Federico Ruffo è andato in giro per l'Italia alla ricerca di quanti usano l'odio sul web per accaparrarsi soldi, like o voti. L'hating on line ormai rende, è diventato monetizzabile e in molti se ne sono accorti. A cominciare da alcuni personaggi dello spettacolo o della politica che hanno imbastito di odio i loro profili per attirare pubblico ed elettori. Ma prima del web, a sdoganare l'odio come strumento per aumentare il numero dei "followers" sono stati i media, la televisione, la radio e i giornali. E la gente comune ha imparato la lezione: Odia che ti conviene.
Federico Ruffo è andato in giro per l'Italia alla ricerca di quanti usano l'odio sul web per accaparrarsi soldi, like o voti. L'hating on line ormai rende, è diventato monetizzabile e in molti se ne sono accorti. A cominciare da alcuni personaggi dello spettacolo o della politica che hanno imbastito di odio i loro profili per attirare pubblico ed elettori. Ma prima del web, a sdoganare l'odio come strumento per aumentare il numero dei "followers" sono stati i media, la televisione, la radio e i giornali. E la gente comune ha imparato la lezione: Odia che ti conviene.