L’8 aprile 1994, a Seattle, un elettricista trova il corpo senza vita di Kurt Cobain. Le dinamiche appaiono subito chiare, il ragazzo si è iniettato eroina e si è sparato in testa con un fucile. Aveva ventisette anni. La parabola di Kurt Cobain è stata una storia di dolore: fisico, psicologico, emotivo. Dal primo all’ultimo giorno, Kurt ha sofferto il suo essere umano, le sue idiosincrasie, i suoi tormenti. Almeno fino a quando non prendeva in mano la chitarra, saliva sul palco, e permetteva al malessere di uscire da sé attraverso il bel canto. Kurt Cobain, si sa, ha trascorso la sua breve vita a combattere, essenzialmente, contro due cose: il mondo e sé stesso.