Giorgia è stata tra le prime donne a entrare nell'esercito nel 2004, quando aveva poco più di 20 anni. Ha la passione per le forze dell'ordine sin da quando è bambina. Nell'esercito è contenta, orgogliosa e soddisfatta, è felice di vivere la vita che vive, quella che ha sempre desiderato di vivere. L'atteggiamento di Giorgia viene interpretato dai suoi colleghi come una sorta di "disponibilità" di altro tipo. In diverse occasioni deve difendersi da comportamenti scorretti da parte dei suoi colleghi. In questo contesto maschilista, bigotto, chiuso e pieno di pregiudizi nei confronti del genere femminile c'è anche un superiore che cerca di molestarla ripetutamente. Il 16 marzo del 2006 il sottufficiale la molesta pesantemente. Lei scappa e decide di denunciare. I mesi successivi alla denuncia sono un incubo: Giorgia è vittima di bullismo, di nonnismo e maschilismo. Giorgia non indietreggia ma la sua salute e il suo stato psicologico risentono di questa situazione. Il procedimento civile si conclude nel 2012, l'uomo viene riconosciuto colpevole e condannato per abuso di potere e per molestie sessuali ripetute, deve pagare un risarcimento che non sarà mai riconosciuto realmente alla donna. Oggi Giorgia ha 38 anni, vive in un paesino vicino Padova con suo padre, è volontaria nella Croce Rossa e svolge servizio nell'ospedale militare di Padova.
Nel 2013 Beatrice ha 26 anni, ama cantare, lavora ed è in procinto di sposarsi con un ragazzo con cui è fidanzata da dieci anni. La sua vita parrebbe una vita perfetta. Ma Beatrice sta attraversando un momento complicato: ha messo in discussione tutte le cose che fino ad allora erano state i punti fermi della sua vita. Riflette sul suo rapporto di coppia e sul prossimo matrimonio. Tutto questo non le sembra più il coronamento di un sogno. In questa fase di fragilità Beatrice conosce l'uomo che per oltre due anni la terrà in scacco maltrattandola, picchiandola e abusando sessualmente di lei. Lui come lei ama il canto, sogna una vita fatta di musica, ma non fa nulla per rendere quei sogni concreti. Beatrice s'innamora di quest'uomo, per lui lascia il fidanzato di sempre, lo accoglie in casa con lei. La loro relazione dura circa due anni e parte quasi subito con i peggiori auspici: quell'uomo infatti accusa Beatrice di aver "temporeggiato" troppo a lasciare l'ex e, dopo aver manifestato il proprio disprezzo con sputi e offese, una sera picchia Beatrice e la costringe a un rapporto sessuale. Quel primo episodio non rimane isolato. Beatrice, a causa di quest'uomo si è allontanata da tutti, familiari e amici, subisce violenze e umiliazioni durante tutto il rapporto, soffre, deperisce e si annulla. Ne esce viva solo grazie al consiglio di alcuni amici che le suggeriscono di rivolgersi a un centro antiviolenza che rende possibile il distacco definitivo da quell'uomo. Lui, dopo aver subito numerose denunce per maltrattamenti e stalking, è stato condannato in primo grado a 5 anni di carcere per abuso sessuale, maltrattamenti e percosse. Oggi Beatrice sta cercando di ricostruire la propria vita: ha scritto un libro che racconta la sua vicenda, partecipa a molte iniziative contro la violenza di genere, promuove corsi di autodifesa per donne maltrattate e non.
E' la tarda sera del 16 marzo del 2010, all'1:30 circa. Lucia sta rientrando in casa dopo una serata passata in balera a festeggiare un'amica. E' una sera fredda e intorno non si sentono voci. Lucia, avvolta in un grande scialle, si avvia verso la villetta di famiglia dopo aver lasciato l'auto in un luogo non lontano. Quasi sulla porta di casa la sua attenzione viene attirata da una figura che si muove tra i cespugli: è un uomo in passamontagna che prima la osserva e poi, con fare minaccioso, le mostra un coltello sussurrando nel buio: "Ti uccido, ti uccido". In quella voce Lucia, terrorizzata, riconosce il suo ex fidanzato: Mario. Lucia viene aggredita a coltellate, presa a calci e ferita gravemente ma nonostante tutto riesce a salvarsi. Mario, arrestato la sera stessa, viene rinviato a giudizio per tentato omicidio e condannato a otto anni di carcere. La storia di Lucia potrebbe chiudersi qui, ma quella condanna non segna l'epilogo della sua vicenda. Nel marzo del 2016, infatti, i Carabinieri suonano alla sua porta e le comunicano che Mario è nuovamente indagato per aver tentato di commissionare a una terza persona il suo omicidio. Da alcune intercettazioni ambientali realizzate in carcere intuiscono il piano e il movente di Mario, che vorrebbe organizzare una finta rapina ed eliminare Lucia in modo da non doverle versare il cospicuo risarcimento stabilito dal giudice. L'uomo, rinviato a giudizio per tentato omicidio, alla fine viene assolto "perché il fatto non sussiste". Oggi, in attesa del processo d'appello, Lucia vive nel terrore che il suo ex, una volta libero, possa portare a compimento il proprio piano criminale.
Il 25 novembre del 2017, dagli scranni di Montecitorio gremiti dalle oltre mille donne chiamate a raccolta da Laura Boldrini per la Giornata mondiale contro la violenza di genere, Grazia affermava: "Tutta la sofferenza che ho patito a causa dell'uomo che amavo, mi ha insegnato che quando arrivi ad accettare l'inaccettabile diventi parte integrante di un infernale meccanismo". L'inaccettabile per Grazia sono le violenze subite dall'ex marito per oltre 13 anni: violenze fisiche, morali ed economiche. La sua vicenda di violenza non ha avuto l'epilogo che lei desiderava. I reati di cui il marito è accusato (lesioni e maltrattamenti), e per i quali è stato condannato a 10 mesi (con la condizionale) rischiano di andare in prescrizione.
Quando nel 2014 Ljuba incontra il suo (ormai ex) fidanzato, le sembra di poter costruire un rapporto sano e cominciare una nuova vita. Ljuba viene fuori da due relazioni complicate, e da un brutto incidente che le ha fortemente compromesso l'uso di una gamba. Inoltre è costretta a fare tutti i giorni i conti con il dolore derivato dall'improvvisa perdita di un figlio di pochi mesi. L'uomo, cui Ljuba si lega, condivide alcune sue passioni (come le arti marziali). Inoltre è rispettoso verso le sue due figlie, è premuroso, è in grado di darle sostegno morale ogni volta che deve affrontare un delicato intervento alla gamba "malata" (gli interventi, piccoli e grandi, subiti da Ljuba non si contano). I primi tre mesi di relazione raccontano di un idillio, i tre anni successivi di un inferno. Lui diventa sempre più geloso e aggressivo e usa "l'handicap" di Ljuba per assoggettarla e renderla emotivamente dipendente da lui. Arriva a picchiarla e, dopo averla convinta a operarsi per l'ennesima volta, nell'aggredirla, rischia di compromettere gli sforzi fatti per guarire. È in questa fase che Ljuba decide di lasciarlo e denunciare, ed è nello stesso istante che l'uomo inizia un'attività ossessiva di stalking durata oltre due anni fatta di appostamenti, minacce, messaggi, decine di chiamate al giorno a lei e ai suoi familiari. Solo nel 2018 la rabbia dell'uomo si placa, almeno temporaneamente, grazie al divieto di avvicinamento disposto dal giudice. Ma per ottenere il provvedimento restrittivo Ljuba ha dovuto denunciare la sua situazione alle Forze dell'Ordine ben 18 volte.
Pina ha avuto una vita travagliata sin dall'infanzia. A soli 14 anni conoscerà l'uomo che diventerà suo marito, "un matrimonio combinato" come lei stessa racconterà. Per Pina sarà come passare da una clausura a un'altra. Sin da subito per lei ci sono una serie innumerevoli di regole da rispettare. Dal matrimonio nascono due figli. Pina e i figli subiscono violenze fisiche e psicologiche per molto tempo. Molti anni più tardi saranno proprio gli atteggiamenti dei figli a far comprendere a Pina la necessità di liberarsi del marito. Si separano in casa ma il marito, non accettando la decisione, inizia ad abusare sessualmente di lei. Pina riesce ad ottenere dal giudice l'allontanamento da casa e, in seguito, gli arresti domiciliari per mancata osservazione delle disposizioni del giudice stesso. A oggi vi è un processo a suo carico presso la Corte d'assise di Catania in cui è accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. I due figli hanno testimoniato contro il padre.
Roberto e Giovanna sono spostati da circa 23 anni quando il loro rapporto, a seguito di una serie di vicissitudini economiche e relazionali, inizia ad incrinarsi. La perdita del lavoro da parte di Roberto e l'inizio, sempre da parte di quest'ultimo, di una relazione extraconiugale compromettono l'equilibrio familiare. Equilibrio che viene definitivamente sconvolto dopo che il tradimento di Roberto viene alla luce. I malcelati problemi di Giovanna e Roberto, iniziano a gravare anche sui loro quattro figli. E' proprio per tutelare quei ragazzi che Giovanna, approfittando di un trasferimento per le vacanze estive, decide di prendersi un periodo di "pausa" dal marito. Quell'allontanamento, che ha avuto peraltro una durata molto breve, compromette lo stato emotivo dell'uomo che nella notte tra il 21 e il 22 agosto decide di vendicarsi del comportamento della moglie, sfogando la propria rabbia sulle due figlie: Marika e Laura, che Roberto aggredisce nel sonno a colpi di coltello. La più piccola, Laura, appena 12 anni, non esce viva da quella mattanza, mentre Marika, l'altra figlia, riesce miracolosamente a mettersi in salvo (nonostante venga trafitta da almeno cinque coltellate) e vede la sorellina morirle sotto gli occhi. La piccola Laura muore all'alba del 22 agosto 2014. Il padre, il suo assassino, nel biglietto che motiva il suo gesto, rivolgendosi alla moglie, scrive "Cara Giò…(…) bastava solo perdonarmi, perché io ti amavo e mi hai portato a fare quello che ho fatto". Roberto in primo grado è stato condannato all'ergastolo. In appello il Procuratore Generale ha chiesto di confermare la pena.
Il 14 luglio scorso Manuela, 44 anni, ha visto la morte in faccia ed è sfuggita per un soffio all'intento del suo aggressore, che voleva ucciderla a colpi di pistola. Tre colpi sono andati a segno, compromettendo l'uso del braccio destro. Ma lei è viva, accanto alle due figlie, a due nipotine e al suo compagno. Quando quella sera si è trovata davanti all'ex marito, 52 anni, Manuela ha pensato soltanto a correre via. Quella fra lui e Manuela è una storia cominciata molto tempo prima, quando lei aveva solo 13 anni e lui 21. A 16 era nata la prima figlia, ma già durante la gravidanza arrivano le prime botte, per gelosia. La convivenza va avanti, con violenze ripetute alle quali assistono anche le bambine. Lei comincia a denunciarlo, nel 2008 si separano ma lui continua a seguirla e a compiere gesti violenti. Quattro anni fa Manuela conosce il suo attuale compagno e l'ex marito sembra essersi calmato. Ma non sarà così. L'uomo non sopporta che Manuela frequenti ancora sua zia e i suoi parenti. Ma soprattutto non sopporta che stia con un altro uomo. Così tenta di ucciderla. Per questo è stato giudicato l'8 gennaio 2019, con rito abbreviato, per tentato omicidio e condannato - in primo grado - a otto anni di reclusione, seguiti da tre anni di libertà vigilata.
A 21 anni Lucia lavora in una pasticceria a Napoli e ha tanti sogni nel cassetto. Sicuramente anche quello di incontrare il grande amore. Così quando un amico le presenta un suo amico, resta colpita da quell'uomo più grande. Lui la corteggia e lei si lascia affascinare, ma pian piano questa relazione la allontana dalla famiglia e dagli amici. Iniziano le violenze: calci, schiaffi, pugni. A scatenarle, un motivo banale come un ritardo o una discussione. Eppure, dopo le scuse, Lucia perdona il compagno, pensa che sia stressato, che non succederà più. Lui le chiede di raggiungerlo in una città del Nord per iniziare una convivenza, lei è titubante. Finché Lucia scopre di aspettare un bambino. Raggiunge il compagno ma i rapporti diventano subito difficili; le liti sono frequenti, tanto da allertare i vicini, che sentono urla e pianti. Finché il 13 febbraio 2013 - secondo il racconto di Lucia - l'uomo la prende a pugni e calci nonostante la donna incinta al quarto mese. Lei scappa e torna a Napoli. Dopo un mese, durante l'ecografia morfologica, l'uomo si presenta in ospedale e aggredisce verbalmente i genitori di Lucia. A quel punto, finalmente, la donna lo denuncia, raccontando agli inquirenti le violenze subite.
Come si sopravvive alla morte di un figlio? Lo racconterà Maria, mamma di Vincenzo. Vincenzo viveva apertamente la propria omosessualità, era attivista Lgbt, aveva vinto il concorso di bellezza Mister Gay. Lavorava in un centro commerciale come commesso e da poco era stato assunto a tempo indeterminato. Con sua madre Vincenzo aveva un ottimo rapporto ed era molto legato a lei. La donna aveva accettato senza pregiudizi la sessualità del figlio. La giovane vita di Vincenzo s'interrompe a 25 anni in seguito a una forte gelosia da parte di Ciro, anche lui gay. Ciro non vede di buon occhio il rapporto fra la sua ex fidanzata (che è una transessuale) e Vincenzo, un rapporto che è solo di amicizia. Per vendicarsi di questo legame un giorno Ciro uccide Vincenzo a colpi di pistola e ne occulta il corpo. A distanza di anni Maria, la mamma di Vincenzo, non ha ancora un corpo da piangere. Maria è una donna che cerca di vivere con dignità il suo dolore e che per tanto tempo ha chiesto che chi sapeva dove fosse il corpo del figlio parlasse. Maria - che vuole ridare dignità allo spirito del figlio Vincenzo - vuole insegnare come si ama un figlio, al di là di qualsiasi scelta e orientamento.
Onoria nasce in provincia di Ferrara, in un paesino adagiato ai lati del delta del Po, terra di mondine e partigiani. La sua grande passione è la pittura a olio e il suo è un carattere combattivo: lo dimostrerà reagendo a un lunghissimo stalking di cui è stata vittima per anni (quando ancora non esisteva la legge che puniva le condotte persecutorie). Onoria infatti ha subito ben 25 anni di stalking dal primo marito e questa tortura non ha riguardato solo lei ma ha interessato anche i figli e il nuovo compagno. Onoria per anni è stata prigioniera di un uomo che l'ha seguita e non le ha permesso di vivere la vita con libertà e tranquillità. Una persecuzione lunghissima. La storia di Onoria sembra una storia di altri tempi in cui lo stalking si faceva con lettere e appostamenti, ma insegna anche come la legge del 2009 sia stato un cambiamento epocale per la vita di tantissime donne.
Fino al 2003 Barbara ha una vita felice. Sposata con un poliziotto, 29 anni, due figli, lavora come contabile in un'azienda edile di Palermo. Scopre di aspettare il terzo figlio e a questa notizia un suo collega, da tempo segretamente invaghito di lei, reagisce male. L'uomo infatti non accetta che la donna non possa essere sua, nonostante fra loro non ci sia mai stata una relazione. Con il pretesto di un sopralluogo lavorativo, l'uomo porta Barbara in un luogo isolato e mentre lei chiama al cellulare il marito la colpisce alle spalle con quattro martellate in testa. Poi l'accoltella al ventre, causando la morte del feto. Infine la cosparge di giornali e liquido infiammabile appiccando il fuoco. Si allontana solo quando Barbara si finge morta. Pensando ai figli, la donna trova la forza di alzarsi, spegnere le fiamme e chiedere aiuto a due ragazzi che passano in macchina. L'aggressore di Barbara, incensurato, è stato considerato dai giudici colpevole di lesioni gravissime ma non di tentato omicidio. Condannato con il rito abbreviato a quattro anni di carcere, da scontare ai domiciliari, in seguito all'indulto non ne ha scontato neanche uno. Oggi l'uomo è sposato e lavora in banca. Barbara ha fatto i conti con le ustioni, le cicatrici, gli interventi chirurgici di ricostruzione. Ha perso il lavoro, ma soprattutto ha perso un figlio. Nonostante quello che le è capitato però non si è arresa: quattro anni dopo la grave violenza subita partorisce una bambina. Inoltre nel 2016 Barbara fonda l'associazione onlus "Libera di vivere", che cerca di sensibilizzare sulla violenza di genere, organizzando soprattutto incontri nelle scuole.
Claudileia è una donna che ha subito violenza psicologica dal marito. Per dieci lunghi anni è stata sposata con un uomo che l'ha sempre maltrattata, umiliata, denigrata e offesa. Per molto tempo la donna non se ne è resa conto, vivendo un matrimonio infelice e pieno di dolore. Poco alla volta però Claudileia capisce la situazione in cui vive e si emancipa da quel marito che la tratta male e le regala solo profonda sofferenza. Trova così il coraggio di lasciarlo e di scappare lontana da lui. Oggi ha ricostruito la sua vita, lavora come ricercatrice universitaria e ha ritrovato la stima e la fiducia in se stessa. Nel 2015 ha fondato il blog "L'arte di salvarsi" e da allora si batte affinché le donne riconoscano la violenza psicologica e la dipendenza affettiva. Inoltre sta portando avanti un progetto affinché la violenza psicologica venga riconosciuta come reato.
Valentina è una ragazza di 28 anni che sogna una vita nel mondo dello spettacolo; è originaria della provincia di Pavia ma vive a Milano da qualche anno. Durante una serata conosce Michele. Il ragazzo sogna una folgorante carriera da calciatore, il suo ruolo è quello del portiere, ma il suo sogno si ferma e gioca in una squadra di mezza classifica in lega pro. Come tante storie anche la loro inizia benissimo: sono giovani, belli e innamorati. Ma il carattere di Michele si trasforma ben presto. Il giovane ha un carattere geloso e possessivo e vuole controllare Valentina e la sua vita in ogni aspetto. Quando la ragazza decide di troncare la loro relazione, sentendosi oppressa, Michele non accetta la separazione e inizia a perseguitarla. Il ragazzo inizia a controllarla ossessivamente sui social network e arriva a nascondere nel bagagliaio dell'auto di lei un ipad per intercettarne la posizione. Lo stalking è continuo e ogni giorno si fa sempre più oppressivo. La ragazza denuncia più volte e finalmente dopo diverse lungaggini burocratiche le autorità giudiziarie prendono seri provvedimenti: l'ex calciatore viene condannato a 3 anni e 8 mesi di reclusione.
Annarita, quando ha 19 anni, arriva a Roma da Taranto piena di speranze e tanta voglia di fare. Una volta trasferita nella capitale, per mantenersi inizia a lavorare in diversi locali come animatrice. Proprio in uno di questi conosce l'uomo che diventerà suo marito e che all'inizio si dimostrerà amorevole. Tanto che la loro storia d'amore sembra perfetta. Nel 2004 hanno un figlio. L'uomo - dopo un po' - inizia a diventare violento psicologicamente e fisicamente. Annarita non sa perché le stia accadendo tutto, fino a quando scopre che suo marito è subissato dai debiti e inizia ad avere problemi di dipendenza dalla cocaina. Annarita inizia a denunciare le condotte maltrattanti che subisce e prova a separarsi in tutti i modi dal suo ex marito. L'uomo continua a perseguitarla. Annarita allora decide di prendere legalmente il porto d'armi e dice all'ex marito di possedere una pistola. Solo allora l'uomo smette di darle fastidio. Nel frattempo quello che è nato come una necessità, cioè il possesso di un'arma, diventa un hobby. Ora Annarita fa parte della squadra femminile di tiro libero ed è in procinto di partecipare ai campionati di tale disciplina sportiva.
Cristina viene da un matrimonio finito e ha già un bambino di 6 anni. Nel 2007 inizia a frequentare l'uomo che diventerà suo marito. Si sposano e dopo poco hanno una figlia. Le violenze iniziano subito e a intervalli regolari. Cristina subisce umiliazioni, insulti e privazioni. Dopo tre anni di continue minacce, vessazioni e violenze, Cristina, pensando anche ai figli che si trovavano ad assistere a tali scene, trova la forza di scappare da quell'inferno. Decide così di rivolgersi a un centro antiviolenza che si attiva immediatamente, portando la donna e la figlia in una struttura protetta in provincia di Novara per circa 3 mesi. Nel 2013 Cristina ottiene la separazione dall'uomo che nel 2019 viene condannato a 1 anno e 4 mesi per i maltrattamenti in famiglia, mentre gli altri reati sono decaduti in prescrizione.
La storia di Pina è una lunga storia di violenze fisiche e psicologiche e di grande resilienza, accaduta tra la Sardegna e il Veneto. Nel 1991 Pina, incinta di 7 mesi, si sposa con Marco, che avrebbe preferito che lei avesse abortito. Il matrimonio è costellato da continue tensioni e da un comportamento continuo di lui, tendente a svalorizzare la moglie. Col tempo, gli scatti d'ira di Marco si moltiplicano. Pina ha una sorella medico che vive in Svizzera e da lei cerca di rifugiarsi quando i problemi di coppia e le violenze peggiorano. Il secondo figlio nasce quando si sono già trasferiti in Veneto da qualche anno. Le violenze si rivolgono purtroppo anche ai figli. L'apice si raggiunge tra il 5 e l'11 ottobre 2008. Oltre ai continui insulti e alle sistematiche minacce, l'uomo colpisce a calci e pugni il figlio di 8 anni, procurandogli una contusione all'osso sacro. La figlia sedicenne, accorsa in aiuto del fratello minore, viene colpita dal padre con schiafi e spintoni che le causano la distorsione del dito medio della mano destra. Qualche giorno dopo Marco sfoga la sua rabbia scaraventando giù dalle scale la moglie, che riporta un trauma cranico e la frattura di una vertebra: ferite giudicate guaribili in almeno 40 giorni. Era tornato nella casa per riprendere i suoi effetti personali: dopo le botte ai figli, Pina infatti lo aveva messo alla porta. Dopo un tormentato percorso processuale è arrivata la sentenza: un anno e 4 mesi di reclusione.
Da qualche anno Paola è ritornata a essere single. Il suo matrimonio è finito. Nel 2013 Paola conosce Gino, che lavora come operatore socio sanitario in Salento. I due si innamorano e per qualche tempo le cose sembrano andare per il verso giusto. Ma l'uomo si rivela geloso e possessivo e Paola decide di allontanarlo. La donna dopo poco si convince a riprovarci, ma a seguito di uno schiaffo ricevuto da Gino sceglie di troncare del tutto la relazione. Gino e Paola si sentono solo qualche volta telefonicamente e tutto sembra finito. Ma il 16 ottobre 2014 Pasquale, fratello di Paola, riceve una richiesta di amicizia su Facebook da parte della sorella. Pasquale si dimostra subito sorpreso, sapendo che Paola non ha un profilo Facebook e non possiede né pc né smartphone. Apre il profilo e trova diverse immagini a contenuto pornografico raffigurante la sorella. Erano delle foto scattate da Gino sei mesi prima con il consenso di Paola, ma ora venivano usate come mezzo di vendetta e di violenza. Lo scandalo in paese è tanto che anche la famiglia all'inizio emargina la donna. Per essere lontana da tutto e da tutti, Paola decide di trasferirsi per un periodo a vivere alle Canarie. Oggi è ancora in attesa di giudizio. Giulia è un'importante giornalista e critica letteraria e alcuni anni fa ha avuto una relazione con un uomo molto più grande di lei. Ma lentamente, col tempo, Giulia si sente dentro una rete da cui le sembra impossibile uscire. Inoltre prova una forte dipendenza affettiva nei confronti di quest'uomo che si comporta con lei come un maestro con l'allieva. Il racconto di Giulia parla di umiliazioni, critiche continue, battute sarcastiche, sparizioni. Questa situazione peggiora e lei si sente spesso inopportuna e senza speranze. Ma, a seguito di un episodio avvenuto nel capodanno del 2018, Giulia capisce che è caduta in una relazione tossica e malsana e decide di troncare il rapporto definitivamente. Oggi ha deciso di raccontare la sua storia...
Daniela ha sulle spalle un bagaglio pesante: un matrimonio finito, un bimbo da crescere e un grande vuoto d'amore. Il suo nuovo compagno sembra il candidato ideale per renderla felice. Ma non tutto è come appare: lui rivela presto un carattere aggressivo e prevaricatore. La situazione peggiora con l'arrivo dei figli, perché l'uomo le vieta di lavorare, assoggettandola anche a livello economico. Daniela subisce per vent'anni. Quando decide di separarsi, lui la minaccia di morte con un coltello. E' questo il punto di non ritorno, il momento in cui Daniela capisce che deve porre fine a quell'inferno. Bella, intelligente e di successo, Andrea inizia la sua carriera come modella. Dopo la moda arriva il cinema e la fiction.
Dopo il matrimonio e la nascita dei figli, la gentilezza e le premure del fidanzamento lasciano spazio a gelosia e possessività: il marito vieta a Silvia di lavorare, pretende che si chiuda al mondo e vuole che gli dedichi tutte le attenzioni, trascurando anche i loro bambini. Stanca di quella situazione, Silvia comunica al marito la volontà di separarsi. L'uomo prima la minaccia di sottrarle i figli, poi mette in atto numerose violenze e maltrattamenti. Silvia lo denuncia e i giudici stabiliscono l'applicazione di una misura cautelare che dispone per l'ex marito il divieto di avvicinamento. Ma un giorno – in assenza di Silvia – l'uomo si intrufola nell'appartamento e dà fuoco agli abiti della moglie. L'incendio si propaga velocemente e il fumo denso avviluppa tutta la casa, raggiungendo la camera in cui si trova Marco, il figlio undicenne della coppia, che purtroppo non riuscirà a salvarsi. La seconda storia è quella di Katia, madre di tre figli
Monica nel suo matrimonio farà presto l'amara scoperta che la sua vita coniugale in realtà è una prigione. Insulti, scatti d'ira, manipolazione economica, minacce e maltrattamenti saranno il suo pane quotidiano. Il marito rende impossibile la vita anche alle figlie, che crescono terrorizzate dalla presenza paterna. Dopo anni infelici e dopo l'ennesimo litigio, nel quale il marito la minaccia con un coltello, Monica chiama i Carabinieri. Grazie all'aiuto di un centro antiviolenza, Monica e le figlie lasciano la casa coniugale. Ma l'uomo non si arrende e comincia a perseguitarla. Solo dopo molte denunce Monica riesce a porre fine a quell'inferno. La seconda storia è quella di Giovanna. Ha solo 16 anni Giovanna quando subisce violenza fisica e psicologica. Lui è un compagno di classe che si maschera dietro le sembianze da bravo ragazzo. In realtà basterà poco a far venire fuori il suo carattere violento e manipolatorio del quale Giovanna rimarrà vittima
La prima storia è quella di Antonella che conosce il suo ex marito durante una festa. Lui mette subito le cose in chiaro: la donna non potrà lavorare e dovrà occuparsi solo della casa e dei figli. Pian piano lei realizza che quel matrimonio è una prigione. Col tempo Antonella s'innamora di un'altra persona e decide di chiedere la separazione. Il marito però non accetta quella decisione e costringe la moglie a rimanere con sé minacciandola e controllandola ossessivamente. La donna organizza un piano di fuga, vivendo nascosta per mesi. L'ex marito continua a cercarla incessantemente e, quando la rivede nel parcheggio di un supermercato, consuma la sua vendetta tentando di ucciderla a coltellate. Antonella, con grande forza, si difende e riesce a sopravvivere. La seconda storia è quella di Federica, un'imprenditrice digitale di successo, esperta di marketing, che ha vissuto una relazione tossica. Nella relazione, dopo un primo momento pieno di attenzioni, l'uomo con cui sta si rivela
La prima storia della puntata è quella di Patrizia, che a metà degli anni '90 conosce il suo futuro compagno, che anni dopo la ridurrà in fin di vita. Due figli, il lavoro, la vita che scorre fra alti e bassi… tutto s'interrompe quando il compagno di Patrizia – per un problema di salute - perde il lavoro. Da quel momento cominciano anni di fatica e abnegazione, in cui Patrizia, per mantenere la famiglia, lavora senza sosta. L'uomo le fa continue richieste di denaro e fra lui e Patrizia – giorno dopo giorno - la tensione cresce. Quando comunica al compagno che vuole separarsi l'uomo reagisce con violenza e un giorno l'aggredisce accoltellandola. Patrizia si salva per miracolo. La seconda storia è quella di Jolanda, che per anni ha lavorato come sindacalista, dedicando il suo tempo e la sua vita a grandi battaglie per il rispetto dei diritti civili. Attraverso Facebook Jolanda conosce un uomo più giovane di lei, che le dice di essere francese e di lavorare come ingegnere
Nella vita tranquilla di Beatrice, studentessa e volontaria della Croce Verde di Milano, nel 2015 arriva un uomo all'apparenza carismatico e affascinante. Lui si chiama Giacomo, ha forti disturbi di personalità e in passato ha usato violenza contro la fidanzata precedente (Francesca, già protagonista di una puntata di "Amore Criminale") e contro altre donne che lo hanno denunciato. Dal processo conseguente alle denunce l'uomo è risultato non imputabile perché dichiarato – in base alle perizie psichiatriche - "incapace di intendere e di volere all'epoca dei fatti". Purtroppo la storia si ripete e Giacomo anni dopo replicherà il suo comportamento violento proprio con Beatrice. Infatti, dopo un paio di anni di relazione tranquilla, Giacomo inizia a diventare con Beatrice aggressivo, sospettoso e violento, esattamente come con l'ex fidanzata. Sospende i farmaci che lo aiutavano per i suoi disturbi mentali e Beatrice questo non lo sa
Le storie di Laura ed Elisa sono al centro della prima puntata della nuova edizione, Due donne che hanno dovuto affrontare la mentalità tossica e pericolosa, di chi concepisce le donne come qualcosa su cui esercitare potere e possesso. La prima è la storia di Laura, costretta a vivere nascosta per 4 anni, da quando, nel 2018, un uomo molto più grande di lei comincia a farle avances insistenti, che lei rifiuta con fermezza. È un rifiuto che l'uomo non accetta, come spesso accade in queste storie dominate da una mentalità maschile che poggia sul senso di possesso. La seconda storia è quella di Elisa, atleta di fama internazionale, schermitrice di talento e campionessa olimpica. La sua vita è costellata di successi, ma anche lei ha vissuto in passato una relazione tossica. A 17 anni Elisa conosce un giovane ragazzo di cui si innamora perdutamente e che esercita su di lei un grande fascino. Con il passare del tempo, Elisa decide di lasciare anche la scherma.
Sono quelle di Meryem e di Laura le storie narrate in questa seconda puntata di "Sopravvissute". Italiana di seconda generazione, Meryem vive in Italia da quando ha tre anni. Cresce obbligata a seguire le rigide regole imposte dal padre, il quale organizza per lei anche un matrimonio combinato. All'epoca Meryem ha diciotto anni e crede che il matrimonio possa liberarla da dettami familiari. Ma non sarà così perché il ragazzo che sposa le detta regole altrettanto pesanti: non vuole che lavori e il suo compito deve essere solo la cura della casa e della famiglia. Con il passare del tempo, il marito di Meryem svela il suo lato irascibile, ha molti scatti d'ira durante i quali distrugge qualsiasi oggetto gli capiti a tiro. Cresciuta con la convinzione che le donne debbano sopportare e non lamentarsi, Meryem accetta tutto per anni. Solo nel 2016 trova la forza di denunciarlo e rifarsi una vita. Oggi Meryem è una donna indipendente e ha raggiunto quella libertà tanto desiderata.
È il 1999 quando Maria Antonietta conosce il futuro marito. Dopo le nozze arriva una figlia ma il sogno d'amore di Maria Antonietta inizia a scricchiolare. Il marito, infatti, rivela un carattere irascibile e possessivo, tanto che a volte anche una tazzina di caffè fuori posto diventa il pretesto per litigare in modo aggressivo. Maria Antonietta sopporta per anni urla e violenze, spera che il marito cambi atteggiamento. Ma dopo l'ennesimo, grave, episodio nel 2017, la donna si separa e denuncia il marito, che viene messo agli arresti domiciliari in un'altra città. Nonostante la restrizione, l'uomo coltiva una vera e propria ossessione per Maria Antonietta, cerca di controllarla anche a distanza. Il 12 marzo 2019 l'ex marito di Maria Antonietta evade dagli arresti domiciliari, raggiunge la donna e le versa addosso una tanica di benzina. In pochi attimi Maria Antonietta viene avvolta dalle fiamme ma con grande lucidità riesce a gettarsi in una pozzanghera per spegnere il fuoco.
La storia di una donna che è riuscita a uscire da un rapporto che stava degenerando e quella dei volontari che con videochiamate aiutano le donne che si sentono in pericolo quando sono costrette a camminare da sole, specialmente nelle ore notturne. È il 1983 quando Alessandra conosce in vacanza l'uomo che diventerà suo marito. A distanza di qualche anno iniziano i problemi, peggiorati dall'abuso di alcol dell'uomo. Quella dipendenza lo porta spesso a fare scenate davanti ad Alessandra e alla loro figlia. La donna accetta tutte le sfuriate del marito perché crede che presto tornerà a essere l'uomo di cui si era innamorata. Solo nel 2019 trova la forza di denunciare, mettendo in salvo sé stessa e la figlia. La seconda parte della puntata è dedicata all'Associazione Donne per strada, che nasce nel 2021 su iniziativa di una psicologa. L'idea è quella di creare un progetto a sostegno delle donne che si sentono in pericolo quando camminano per strada da sole, soprattutto la notte.
Linda conosce il futuro marito quando ha 20 anni. Lui all'inizio si dimostra romantico e la corteggia con grandi regali. Dopo il matrimonio, però, rivela un carattere geloso e non risparmia alla donna scenate molto forti. Lei sottovaluta tutto, giustifica il marito e lo perdona ogni volta che le chiede scusa. Questa situazione va avanti fino a quando, in seguito a una lite, il marito la aggredisce facendole perdere i sensi. A salvare Linda sarà suo figlio che, appena rientrato a casa, vedendola in una pozza di sangue chiamerà i soccorsi. La seconda storia è quella di Diana, un'arbitra di calcio che un giorno scopre di essere vittima di revenge porn. È un ragazzo sconosciuto a segnalarle che in rete girano alcuni suoi video intimi, con nome e cognome. Una scoperta amara che getta nel panico la ragazza. Inizialmente Diana monitora la situazione ma non denuncia: ha paura di dare ulteriore risalto alla vicenda e così mantiene un basso profilo. Col passare dei giorni, quei video si diffondo
Di violenza e di riscatto, parla la storia di Tiziana, una donna dolce e gentile, nonostante abbia vissuto una vita di pesanti violenze. Conosce il suo ex marito nel 1989, quando è in una fase delicata della vita: suo fratello è morto. Il grave lutto porta Tiziana a iniziare una relazione sentimentale con un uomo che non la tratta bene. Tiziana sottovaluta i primi campanelli d'allarme, accetta il comportamento controllante e possessivo che l'uomo manifesta sin dall'inizio, convinta di essere lei la causa di quell'atteggiamento. Dopo il matrimonio la situazione peggiora. Nascono tre figli, che respirano inevitabilmente il clima pesante della casa. Sarà proprio l'amore per loro che spingerà Tiziana, dopo 25 anni, a denunciare e a scappare insieme a loro. In studio con la conduttrice Matilde D'Errico si alternano lo psichiatra forense Renato Ariatti e le psicologhe cliniche Silvia Michelini e Ameya Canovi.
Le storie di Alessia e Ilaria sono al centro della prima puntata della nuova edizione. Alessia conosce il futuro compagno attraverso amici comuni. All'epoca i due vivono in città diverse e intrecciano una relazione a distanza, che si trasformerà dopo un anno in una convivenza. Dalla loro unione nascono tre figli. Per diversi anni Alessia sottovaluta una serie di campanelli d'allarme, attribuendo l'atteggiamento del compagno alla perdita del lavoro e ai problemi economici. Ma, nel 2018, la situazione precipita. Al culmine dell'ennesima lite, la donna decide di sporgere denuncia e si trasferisce a casa della madre. L'uomo non accetta la sua decisione. Sentendosi braccata, Alessia sporge denuncia ancora una volta e si trasferisce in una comunità protetta con i bambini. Nella seconda parte del programma la protagonista è Ilaria, che conosce il futuro marito in montagna. L'uomo si rivela molto possessivo e diventano sempre più frequenti le sue scenate di gelosia e gli scatti d'ira.
Sono quelle di Anna e Sara le storie narrate nella seconda puntata da Matilde D'Errico. Anna conosce il futuro marito nel 1986, quando è ancora adolescente. Vive i primi anni di quel rapporto con la spensieratezza e l'intensità che caratterizzano i primi amori. Durante il matrimonio scopre che quella che credeva una relazione felice diventerà una relazione piena di dolore. Solo grazie all'amore di sua figlia riuscirà a interrompere quel rapporto e a denunciare. La seconda storia è quella di Sara, atleta di successo, ex tennista professionista con 15 titoli in carriera e attualmente direttrice di una palestra. Per Sara lo sport è sempre stato il filo conduttore della vita: l'ha salvata dopo la perdita della madre, ma le ha anche fatto vivere anni difficili. Anni in cui ha vissuto ingiustizie e molestie. A distanza di tempo, dopo un percorso di crescita personale, Sara ha deciso di portare la sua testimonianza alle nuove generazioni per creare in loro una maggiore consapevolezza.
Le molestie sul luogo di lavoro: è questo il tema della terza puntata. La prima storia della puntata è quella di Elena, una giovane volontaria di una associazione di pubblica assistenza, molestata da un superiore durante le ore di lavoro. La vicenda risale al 17 giugno 2019: quel giorno l'uomo palpeggia Elena, all'epoca diciannovenne, e l'afferra per un fianco nel tentativo di tirarla a sé. Per sfuggire all'aggressione, la giovane si rinchiude in una stanza, poi si confida con la madre e decide di denunciare l'accaduto alle Forze dell'Ordine. La seconda storia è quella di Giulia, una copywriter che ha deciso di raccontare le molestie accadute nel mondo della pubblicità e delle agenzie di comunicazione. Molestie raccontate anche da altre donne. In studio interviene la psicologa clinica Silvia Michelini.
La prima storia è quella di Giovanna, che nel 2019 conosce il suo futuro fidanzato sui social. Da subito l'uomo inizia a corteggiarla insistentemente, inondandola di piccole attenzioni. In quel momento Giovanna vive una condizione di grande fragilità emotiva per via della separazione dall'ex marito, così si abbandona a quella promessa di felicità. Ma ben presto le attenzioni e le gentilezze lasciano il posto alla gelosia e ai conflitti. L'uomo diventa aggressivo per motivi futili anche in presenza dei figli e dei genitori della donna, che la esortano a interrompere la storia. Al culmine dell'ennesima lite, Giovanna lascia definitivamente il compagno e si mette in salvo. La seconda storia è quella del tentato omicidio di Fatima, una giovane marocchina. Fatima conosce suo marito nel 2020, quando ha 23 anni. All'epoca lei vive ancora in Marocco insieme alla sua famiglia d'origine, mentre l'uomo vive in Italia. Dopo il matrimonio il marito di Fatima mostra la sua natura violenta.
La protagonista della quinta puntata si chiama Sabrina. Sabrina e il suo ex compagno si conoscono dai tempi dell'adolescenza perché lui era il fidanzato della cugina. Per quindici anni si perdono di vista e riallacciano il rapporto solo nel 2015, quando lui le chiede l'amicizia su Facebook. I due decidono di rincontrarsi e tra loro scoppia una passione che porterà, nove mesi dopo, alla nascita della prima figlia. La relazione si rivela però tossica e pericolosa. Sabrina sopporta per anni, spera sempre che il compagno cambi. Inizia invece un incubo: lui pretende che la donna segua le sue regole, la insulta quotidianamente e la maltratta. Solo dopo anni infelici, Sabrina matura la decisione di denunciare e rifugiarsi in una casa-famiglia con i figli. In studio interviene la psicologa clinica Silvia Michelini.
La storia di Erica, che ha profondamente colpito e addolorato l'Italia, ponendo in primo piano il tema del "femminicidio indiretto". Nel 1990, all'età di 18 anni, Erica conosce il futuro marito in una discoteca. Già all'inizio del rapporto, l'uomo dimostra un'indole litigiosa che viene sottovalutata da Erica, ancora troppo giovane e poco consapevole. La coppia si sposa nel 1997 e dall'unione nascono due bambini. La relazione prosegue tra alti e bassi, ma con gli anni l'uomo ha scatti d'ira sempre più frequenti, durante i quali maltratta la moglie. Stanca di sopportare, Erica decide di lasciare il marito. L'uomo, però, non accetta la decisione e perseguita Erica, minacciando di morte lei e i bambini. Erica lo denuncia dieci volte: quello che ottiene è solo un divieto di avvicinamento per sé, ma non per i bambini. La mattina del 16 luglio 2013, nel suo appartamento, il marito di Erica soffoca i due figli - che hanno 13 e 9 anni - e poi appicca il fuoco per simulare un incendio.
Matilde D'Errico intervista le donne che sono sopravvissute a maltrattamenti, violenza psicologica, violenza fisica e tentativi di omicidio da parte dei loro partner. In questa prima puntata la storia di Lavinia, una donna che sta ricostruendo la sua vita dopo una tragedia enorme. Il 6 maggio 2024 l'ex marito, già sotto processo per stalking, tenta di toglierle la vita, accoltellandola al volto e al collo. Il padre di Lavinia, Fabio, interviene per salvarla, ma viene ucciso dall'uomo. Nonostante il dolore, Lavinia ha deciso di raccontare quello che ha vissuto con la speranza che la sua testimonianza possa dare coraggio ad altre donne vittime di violenza. "Sopravvissute" è un programma realizzato con il patrocinio della ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.
Alessandra porta con sé le cicatrici di un passato dominato dal terrore, con il ricordo di urla e oggetti infranti che segna profondamente i suoi primi anni di vita familiare. Ogni tentativo di ribellione viene soffocato con brutalità, lasciandola senza via di fuga. Solo dopo molto tempo trova il coraggio di denunciare, liberandosi da un inferno che l'aveva accompagnata troppo a lungo. Moira, invece, conosce il futuro marito tramite una piattaforma online. Giovane e innamorata, all'inizio vede nell'uomo il partner ideale, ma la loro relazione svela presto il lato oscuro di lui. Dietro la maschera dell'amore si nasconde infatti un controllo possessivo che la isola sempre di più. Dopo il matrimonio, la situazione degenera: le aggressioni fisiche diventano una drammatica routine. Solo dopo dieci anni, Moira prende consapevolezza e trova la forza di lasciare il marito, avviando un lungo percorso di rinascita personale.
La puntata si apre con la vicenda del tentato omicidio di Maria Stella, avvenuto il 3 marzo 2022. Quella mattina l'ex marito la attende nascosto, e quando lei esce di casa per andare al lavoro la colpisce brutalmente alla schiena e alla testa con un coltello. L'uomo – che non accettava di essere stato lasciato – aveva maltrattato Maria Stella per tutto il loro lungo matrimonio ponendo in essere gravissimi comportamenti violenti e possessivi. Fino alla decisione finale di provare a ucciderla. La puntata prosegue con la storia di Morena, un racconto di "gaslighting" che è una forma molto subdola di manipolazione psicologica, che porta la vittima a dubitare di se stessa e della sua capacità di comprensione. Morena aveva conosciuto l'uomo – che poi le farà violenza – durante una tranquilla serata di ballo. Ma nel corso della relazione lui si rivelerà manipolatore e ossessivo. Morena cadrà in una vera e propria prigione psicologica, invisibile ma dolorosa.
Alessandra è una poliziotta che ha subìto un'aggressione nell'ottobre 2022 a Napoli. Nella notte tra il 19 e il 20 ottobre, a fine turno, mentre tornava al parcheggio per salire in auto, uno sconosciuto l'ha colpita. Alessandra ha lottato con tutte le forze per sfuggire al suo aggressore e il suo coraggio non si è fermato alla denuncia immediata: la poliziotta ha deciso di andare oltre, raccontando la sua storia pubblicamente, determinata a infondere forza a tutte le donne che subiscono violenze, ricordando che non sono loro a dover provare vergogna. Valentina invece, dopo la fine di un matrimonio, si lega a un uomo con cui spera di ricostruirsi una vita. Nascono così una nuova famiglia e tre bambini, ma ben presto la relazione si trasforma in un incubo. Il compagno è prigioniero di droghe e alcol e le mura domestiche diventano una gabbia di violenza e umiliazioni. Per dieci anni Valentina vive nel terrore, soffocata dalla paura costante di perdere la vita.
La seconda puntata di "Sopravvissute" si apre con il racconto del tentato femminicidio di Selenia, avvenuto in provincia di Catania, il 17 aprile 2023. Selenia ha solo 17 anni quando incontra quello che considera il suo primo amore. La relazione diventa ben presto totalizzante: la ragazza lascia la scuola, va a vivere con il compagno e ha due figli in pochi anni. Ma nel 2020 tutto cambia: Selenia scopre che il compagno ha un problema di tossicodipendenza. Da quel momento iniziano le aggressioni e la paura. Nel marzo del 2023 Selenia lo denuncia per le violenze subite. Ma lui non si ferma: inizia a tormentarla, a seguirla, a introdursi nella casa dove Selenia vive dopo la separazione. Finché il 17 aprile 2024, durante l'ennesima intrusione, l'uomo la accoltella più volte, lasciandola in fin di vita. Selenia si salva per miracolo.