Federico Ruffo è andato in giro per l'Italia alla ricerca di quanti, mettendoci la faccia o nascondendosi dietro finti profili, rivendicano una sorta di ruolo di giustiziere della società. L'elenco è estremamente variegato: il disoccupato sessantenne che odia visceralmente le istituzioni laiche e religiose; il nonno amorevole che sul web diventa omofobo e razzista; lo studente timido dalla doppia personalità; l'estetista hater che ha letteralmente sbancato con il suo populismo anticasta. E infine il gruppo razzista, al centro di diverse denunce e inchieste. La pagina è stata chiusa sette volte e sempre riaperta, ogni volta con un profilo diverso. Un'occasione per cercare di capire, con l'aiuto di specialisti del settore, il meccanismo per cui i social non sono in grado di arginare in alcun modo gli haters.
La logica del branco, del "tutti contro uno", è il motore di ricerca di questa puntata. Nel viaggio che Federico Ruffo compie tra i gruppi, spontanei e organizzati, che odiano sui social, è innanzitutto la voce e il volto degli hater ad essere protagonista. Paolo Mocavero, dopo anni di estremismo politico e di tifo organizzato, guida oggi un gruppo animalista che in rete e in piazza celebra la morte di ogni cacciatore con veri e propri brindisi. Ascoltiamo anche il racconto di una "sentinella del web", che vive da infiltrata le risse e le quotidiane violenze tra studenti. Vediamo con quali strumenti il branco digitale può muoversi ed attaccare. Tante persone hanno inneggiato in rete alla vendetta di un marito che uccide l'investitore della giovane moglie; a quindici anni le ragazze prima si braccano sui social poi si picchiano in unarena di smartphone che riprendono. E poi le "shitstorm", spedizioni punitive da social a social. Come sostiene l'avvocato Gabriele Cristaldi, che sui social appoggia la giustizia fai da te del marito omicida, "il web è una pagina bianca dove chiunque può scrivere il proprio risentimento. L'odio c'è, esiste, inutile voltare la faccia dall'altra parte". È davvero questo il ruolo della rete? Farweb vuole provare a capirlo.
I nuovi crociati. Federico Ruffo è andato in giro per lItalia alla ricerca di quegli hater, odiatori per vocazione, che non arretrando mai di un passo, conducono una vera e propria personale crociata contro intere categorie di persone. Battaglie fondate su principi incrollabili che sono però spesso frutto di un rapporto difficile, distorto con la realtà. Lelenco delle vittime è lungo: gay, infedeli, immigrati, cacciatori. Una sorta di guerra santa social per epurare il mondo da ogni diversità che metta in pericolo il proprio consolidato universo ideale. I nuovi crociati sarà loccasione per cercare di capire, con laiuto di specialisti del settore, lentità e la diversa natura di queste battaglie morali. Il programma si avvale della consulenza della Polizia Postale e del professor Giovanni Ziccardi dellUniversità degli Studi di Milano.
Federico Ruffo è andato in giro per l'Italia alla ricerca di quanti usano l'odio sul web per accaparrarsi soldi, like o voti. L'hating on line ormai rende, è diventato monetizzabile e in molti se ne sono accorti. A cominciare da alcuni personaggi dello spettacolo o della politica che hanno imbastito di odio i loro profili per attirare pubblico ed elettori. Ma prima del web, a sdoganare l'odio come strumento per aumentare il numero dei "followers" sono stati i media, la televisione, la radio e i giornali. E la gente comune ha imparato la lezione: Odia che ti conviene.