Non esiste una cura miracolosa contro alcune malattie, ma esiste sempre e fortissimo il desiderio che una cura ci sia. È proprio a partire da questo sentimento che nel gennaio 1998 alcune associazioni di pazienti oncologici chiedono al Ministero della Salute di validare le cure, prive di fondamento scientifico, proposte da un professore modenese, Luigi Di Bella. Quella del cosiddetto "Metodo Di Bella" è la storia vera di un venditore di speranze in lotta contro l'intera comunità scientifica. Il primo di molti futuri casi mediatici che vedranno schierata la gente contro gli esperti. Questo episodio fondamentale del nostro recente passato viene ripercorso attraverso i ricordi, raccontati in maniera inedita, di una dei principali protagonisti della vicenda: Rosy Bindi, all'epoca ministra della Salute.
È il 18 gennaio 2017 quando avviene l'impensabile: una slavina improvvisa si abbatte sull'Hotel Rigopiano. L'albergo e i suoi ospiti, fino a un attimo prima intenti a godersi spensierati il tempo libero, vengono travolti dalla neve rimanendo intrappolati nel re-sort. I tragici attimi della vicenda sono raccontati da Giampiero Parete, un cliente dell'hotel in vacanza con la famiglia, che per caso riesce a salvarsi e per primo dà l'allarme al 118 senza però essere creduto.
Come è possibile che un giovane italiano impegnato in Egitto per una ricerca di dottorato venga torturato ed assassinato perché scambiato per una spia? Questa la storia di Giulio Regeni, studente modello a Cambridge, curioso e intraprendente, scomparso il 25 gennaio 2016 e ritrovato senza vita alla periferia de Il Cairo all'alba del 3 febbraio. A ripercorrere i fatti, nel tentativo di ricostruire chi fosse veramente Giulio Regeni, è Carlo Bonini, cronista di Repubblica che per per primo intuisce la gravità della scomparsa del ragazzo e il tragico epilogo a cui Giulio è andato incontro.
La pace di un luogo idilliaco e immerso nella natura come Cogne, cittadina montana della Val D'Aosta, viene oscurata improvvisamente dall'ombra di un delitto, il più terribile, quello compiuto contro un bambino di soli tre anni. All'orrore si aggiunge altro orrore quando la principale sospettata diventa Anna Maria Franzoni, madre del piccolo ucciso. A ripercorrere i fatti è Stefano Balassone, esperto e studioso dei mass-media, in un racconto che descrive, già molti anni prima dell'avvento dei social, la morbosità dei sistemi di comunicazione di massa per alcuni fatti di cronaca. L'attenzione di giornali e talk show per il delitto di Cogne infatti fu tale da trasformare gli apparecchi televisivi nelle case degli italiani in finestre dalle quali sbirciare l'ennesimo macabro particolare sulla tragedia.
Le dimissioni di papa Benedetto XVI viste da dietro le quinte e raccontate da Giovanna Chirri, vaticanista dell'Ansa che per prima si accorse di cosa davvero significavano le parole pronunciate in latino e in modo del tutto inaspettato dall'allora pontefice Joseph Ratzinger. Una giornata come tante che si trasforma all'improvviso in un evento di portata mondiale. Quando l'inatteso si fa Storia.
Il 17 febbraio 1992 viene arrestato Mario Chiesa, presidente del Pio Albergo Trivulzio a Milano, scoppia Tangentopoli. Il sistema dei partiti è messo sotto inchiesta. I magistrati del team Mani Pulite sono acclamati come degli eroi della gente comune in manifestazioni di piazza. Mentre politici abituati ai riflettori si trovano alla gogna. Strumenti come gli arresti domiciliari e il carcere assumono il significato sinistro di rivalsa e vendetta contro "il sistema". È la fine della Prima Repubblica. Questa stagione che ha cambiato il volto del Paese viene ripercorsa attraverso il ricordo di uno dei suoi protagonisti: Sergio Cusani. Cusani, imputato simbolo di Mani Pulite, condannato all'epoca a 8 anni di reclusione.
Il 27 febbraio 2017, dopo anni di sofferenza muore in una clinica svizzera, attraverso eutanasia, Fabiano Antoniani, Dj Fabo. Quella di Fabo è la storia di un ragazzo che si definiva «molto vivace, un po' ribelle, innamorato della musica» e che, dopo essere rimasto tetraplegico a seguito di incidente d'auto, matura la difficile decisione di porre fine alla sua vita. L'episodio ripercorre la vicenda attraverso le parole di Valeria Imbrogno, l'ex fidanzata di Fabo. Da quella che era «la vita più bella del mondo» fatta di viaggi straordinari e notti a suonare in discoteca, attraverso la sofferenza della malattia, fino a quel 27 febbraio 2017.
Il 4 marzo 2018, mentre è in trasferta a Udine per giocare una partita, il numero 13 e capitano della Fiorentina Davide Astori muore improvvisamente, a soli 31 anni. Il mondo del calcio e l'opinione pubblica sono sconvolti. L'immagine della fine che entra a gamba tesa a interrompere un'esistenza che sembrava avere davanti tutto davanti a sé. Una riflessione sulla fragilità della vita e sulla giovinezza spazzata, un racconto intimo ripercorso attraverso le parole del calciatore Federico Bernardeschi, ex compagno di squadra e amico di Astori.
11 marzo 2011. Il reattore della centrale termonucleare di Fukushima in Giappone entra in avaria a seguito dei danni subiti per lo tsunami provocato da una forte scossa di terremoto. Nell'ambiente viene rilasciato materiale radioattivo. Una centrale nucleare costruita su una spiaggia, la storia di un disastro annunciato che nessuno aveva immaginato potesse accadere e delle sue conseguenze sull'ambiente e sull'uomo. A ricostruire i fatti il racconto di Paolo Salom, giornalista del Corriere della Sera inviato in Giappone che all'epoca seguì la vicenda.
17 marzo 1986, giornali e tg danno la notizia di un vino adulterato con il metanolo, acquistato in comuni supermercati, che causa gravi danni alla salute. Lo scandalo scoppia quando decine di persone che hanno ingerito il prodotto contraffatto manifestano i sintomi dell'avvelenamento, spesso con gravi conseguenze per la loro salute: cecità, danni neurologici e, in alcuni casi, la morte. Roberto Ferlicca ripercorre la vicenda a partire dal ricordo di quella cena, una sera del 1986, quando sua madre cominciò d'improvviso a sentirsi male e venne portata d'urgenza in ospedale dove le diagnosticarono l'avvelenamento.
Il 26 marzo 2018 Fabrizio Frizzi muore a causa di una patologia fulminante. Nonostante Frizzi avesse già manifestato dei malori, la sua è una morte improvvisa, che lascia sconvolti i suoi colleghi nel mondo dello spettacolo e il pubblico, affezionatissimo a quel conduttore con la faccia da eterno bravo ragazzo. Carlo Conti ripercorre la carriera di Fabrizio, ce lo racconta attraverso gli occhi di un amico e ci svela il lato intimo che si celava dietro al personaggio televisivo: dalle piccole paure legate all'essere diventato padre in età avanzata, alla malattia, passando per la tenacia e il profondo attaccamento per la vita del conduttore scomparso.
Il 29 marzo 2003, muore ad Hong Kong della primissima forma di Sars il medico italiano Carlo Urbani, capo dell'unità investigativa pandemica dell'Oms. È grazie all'impegno, al lavoro e all'estremo sacrificio di Urbani che la Sars non esplode trasformandosi in una pandemia. La storia di una tragedia scampata che avremmo dovuto tutti tenere a mente quando per la prima volta alla fine del 2019 si è manifestato il Covid. A ripercorrere la vicenda Giuliana Chiorrini, moglie di Carlo Urbani.
Karol Wojtyla è stato un papa fuori dal comune, capace di interpretare il grande cambiamento sociale vissuto negli anni del suo pontificato. Dal crollo del muro di Berlino al nuovo millennio Giovanni Paolo II è un pontefice capace di traghettare la chiesa nel XXI secolo. I suoi viaggi in luoghi in cui mai un papa aveva potuto mettere piede, la capacità di parlare ai media, l'appello alla pace fra i popoli, il suo rapporto con i giovani e la sua profondissima fede sono tutti i temi al centro dell'episodio. A raccontare Wojtyla è padre Federico Lombardi, responsabile dei media vaticani per gran parte del pontificato di Giovanni Paolo II.
Il 15 Aprile 2010, inizia la fase eruttiva principale del vulcano islandese Eyjafjallajökull. Le ceneri sprigionate dall'eruzione continua rendono impossibile volare e costringono l'Europa a un blocco senza precedenti del traffico aereo internazionale. Partendo da questo episodio il climatologo Luca Mercalli ripercorre la vicenda e riflette sul rapporto che intercorre fra l'uomo e la natura.
Vanessa Russo, 23 anni, è uscita da casa sua, borgata Fidene, per arrivare nella gelateria in centro in cui lavora da qualche tempo. Sedute sulla metropolitana accanto a lei ci sono due ragazze romene, giovanissime come lei, Doina Matei e Costantina. Tutte e tre si stanno preparando per scendere alla stazione Termini, quando al momento dell'apertura delle porte, la calca che sempre affolla quel tratto di metro, le scuote e così si scontrano. Invece di scusarsi iniziano a discutere e una volta scese dalla metro, sulla banchina, Doina colpisce il volto di Vanessa Russo con l'ombrello che ha sotto braccio. La colpisce all'occhio sinistro e scappa insieme alla sua amica. Vanessa resta a terra e di lì a poco morirà. È il 26 aprile 2007. Doina e Costantina scopriranno l'entità di ciò che hanno fatto solo alcune ore dopo, da un servizio in tv. L'omicidio di Vanessa Russo è la goccia che fa traboccare il vaso e che trasforma il senso di abbandono provato da chi vive in periferia in vera e propria rabbia sociale. A ripercorrere la vicenda, gli effetti e le reazioni che scatena è Pietrangelo Buttafuoco.
Nella notte tra il 25 e il 26 aprile 1986 un test fatto in condizioni non idonee porta all'esplosione del reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl. Le radiazioni dilagano invisibili, Chernobyl e l'area circostante diventano zona rossa. Diana Lucia Medri, protagonista dell'episodio di Ossi di Seppia, all'epoca dei fatti era solo una bambina che abitava in una cittadina della Bielorussia a qualche decina di chilometri dalla centrale nucleare. Quell'esplosione segna un prima e un dopo nella sua vita e la porterà qualche anno più tardi ad essere adottata in Italia da una famiglia del lodigiano che abita a Codogno. È proprio qui che, per un assurdo gioco del destino, nel 2020 scoppia il primo caso di coronavirus in Italia e viene istituita la zona rossa. A Diana sembra di rivivere per molti aspetti un film già vissuto.
1 maggio 1994, il pilota di Formula1 Ayrton Senna muore a Imola in un GP che sembra stregato. «Una vigilia ad altissima tensione, una partenza rimandata, una gara stranissima, impensabile, qualcosa che si rompe, l'incidente violentissimo, la fine di Ayrton Senna teletrasmessa, drammatica, indimenticabile perché era il pilota più forte in pista, per molti di noi immortale. A raccontare il mito di Ayrton il giornalista sportivo Giorgio Terruzzi che ha seguito Senna in tutti i GP che negli anni lo hanno visto protagonista. Un racconto intimo e commosso di quel ragazzo che in pista era il più forte di tutti e fuori da circuito dimostrava un'umanità e una sensibilità sorprendenti. «Un'anomalia assoluta nel mondo dello sport», per dirlo con le parole di Terruzzi, su cui la fine si è abbattuta fin troppo presto.
16 maggio 2004: Roberto Baggio dà l'addio al campo da gioco. Vita, sogni e passione del Divin Codino. Un viaggio a ritroso nella vita e nella carriera del numero 10 per eccellenza. Dall'addio al calcio giocato con la maglia del Brescia all'esordio in serie A, passando per quel rigore fatale sbagliato ai mondiali Usa 1994. A ripercorrere la vita del campione è Vittorio Petrone, manager di Baggio, al suo fianco durante tutta la sua carriera. Un salto indietro nel tempo, meraviglioso che è stato, ma che forse non tornerà più perché, come racconta lo stesso Petrone: «Roberto Baggio è qualcosa in più di un giocatore, è un momento di spensieratezza e di magia, è un momento che esalta il presente a tal punto da congelare qualunque desiderio di futuro».
Dopo anni di dure battaglie, il 22 maggio 1978, viene approvata in Italia la legge sull'aborto. Una legge che racconta un cambiamento epocale nella società italiana, che annuncia con forza l'entrata in scena di nuovi protagonisti e nuovi temi nella politica italiana: le donne e i loro diritti. A ripercorrere quegli eventi è Emma Bonino, attivista del partito radicale che in quegli anni si schierò in prima persona a favore della legge sull'aborto.
«La storia di Rignano Flaminio è la storia di quello che può succedere quando pensi di avere una vita normale, ti ritrovi ad aprire la porta e improvvisamente ci sono 30 carabinieri che alle 6 di mattina ti portano in caserma, ti interrogano e ti dicono sei un mostro, sei un pedofilo» inizia così il racconto di Claudio Cerasa nella puntata di Ossi di Seppia dedicata al caso di Rignano Flaminio. Nel luglio 2006 un gruppo di genitori residenti nel piccolo paese alle porte di Roma, preoccupati da alcuni strani racconti dei figli, denunciano ai carabinieri i presunti abusi sessuali subiti dai loro bambini. L'accusa ricade su alcune delle insegnanti della locale scuola materna. Iniziano le indagini e con esse un processo mediatico che, ignorando la presunzione di innocenza, punterà fin da subito il dito contro i presunti mostri, sbattendoli in prima pagina. Solo dopo molti anni, di indagini, orrori non comprovati e accuse infamanti, tutti e tre i gradi di giudizio confermeranno che gli imputati sono innocenti perché i fatti non sussistono. Claudio Cerasa, all'epoca dei fatti giovane cronista inviato a Rignano, ripercorre i lati controversi della vicenda e racconta come fin da subito, nonostante tutti fossero già convinti della colpevolezza degli imputati, in lui sorse un dubbio cruciale: e se quei pedofili non esistessero?
È il 3 giugno 2017, la Juventus gioca la finale di Champions League contro il Real Madrid, a Torino i tifosi si ritrovano a piazza San Carlo di fronte a un maxischermo per guardare la partita. Gli striscioni, le sciarpe e le magliette bianconere, il desiderio fortissimo di vedere la propria squadra vincere il titolo più ambito. Poi improvvisamente alle 22.15 la folla, convinta che sia in atto un attentato terroristico, si trasforma in un'onda impazzita che fugge terrorizzata. Travolgendo tutto e tutti. È l'attesa per la festa che si trasforma in tragedia. I feriti saranno 1662, muoiono tre persone. Il racconto della vicenda è ripercorso da Emanuela Belloni, testimone diretta dei fatti.
«30 anni, ci sono voluti 30 anni per questa legge che è una legge di civiltà» è con queste parole che l'attore Leo Gullotta ripercorre il lungo percorso politico e sociale per arrivare all'approvazione della legge sulle unioni civili entrata in vigore il 5 giugno 2016. Una legge che, come ricorda Gullotta, «è nata sulla pelle e sulle tragedie delle persone». Dagli anni 60 fino ad oggi, la puntata ripercorre, nel racconto di Gullotta, le battaglie e le conquiste fatte dal movimento LGBT in Italia, ma anche le difficoltà incontrate sulla strada per il riconoscimento dei pieni diritti delle persone omosessuali, bisessuali e trans nel nostro Paese.
20 giugno 1979. Nilde Iotti viene eletta presidente della Camera. È la prima donna a ricoprire questo ruolo e ha segnare così la storia politica del nostro Paese. Prima di raggiungere questo scranno, Nilde Iotti è stata tante altre donne: la compagna di Togliatti, discussa e accettata come tale solo dopo la morte dell'uomo che ha amato per tutta la vita. Discussa soprattutto perché Nilde Iotti non ha mai celato la sua femminilità, in nessun ambito, anzi esaltandola, dalle fila del Partito Comunista al Parlamento. «Ha avuto il coraggio della normalità» racconta la compagna e amica Luciana Castellina. «Quella di non mascherarsi da uomo. E non è una cosa banale».
Il 25 luglio del 2018 Sergio Marchionne muore in una clinica in Svizzera. Si ferma così la corsa di uno dei manager più geniali, ma anche non compresi del tutto, del nostro Paese. Quando arriva in Fiat nel 2004 come Amministratore Delegato, Marchionne ha davanti a lui la sfida più grande: salvare l'azienda dal crollo e rilanciarne l'immagine. Lui fa di più, la rende internazionale. Volando senza sosta tra Torino e Detroit, Marchionne, nato in un paesino dell'Abruzzo, sprovincializza l'Italia mostrandole i suoi limiti e portandola oltre. E forse anche per questo non tutti sono stati pronti a comprenderlo. A raccontarlo è il vicedirettore de La Stampa, Paolo Griseri, che lo ha seguito durante gli anni: «Per tanti è stato l'ultimo padrone d'Italia, ma lui, in realtà, era soltanto un vero manager».
È il 29 giugno 2009. Alle 23.48 un treno merci entra nella stazione di Viareggio a 93 km/h e deraglia. Nel deragliamento danneggia una cisterna di GPL, il liquido infiammabile fuoriesce e in un attimo si innesca un inferno di fuoco e poi un'esplosione. Le conseguenze dell'incidente si estendono anche oltre la stazione e coinvolgono le abitazioni limitrofe. «Sembrava di essere a Pompei, le prime vittime sono state fermati lì da fuoco come erano» racconta Daniela Rombi, madre di una delle vittime della tragedia, e voce narrante della puntata di Ossi di Seppia. Muoiono 32 persone, travolte dalle fiamme, mentre erano nella sicurezza delle loro case.
10 luglio 1976. Una fuga di diossina dalla fabbrica Icmesa di Meda rende l'aria tossica. Ben presto gli animali e le piante cominciano a morire, il terreno è contaminato. A Seveso e nei territori limitrofi viene istituita la zona rossa, le persone sono costrette ad abbandonare le loro case. Il racconto del primo grande disastro ambientale ripercorso attraverso le parole di Alberto Colombo, testimone diretto di quanto accadde quel giorno.
Tra il 1997 e i primi anni del 2000 il mondo e l'Italia si trovano ad affrontare varie ondate di influenza aviaria. Il culmine si ha quando una forma particolarmente virulenta del virus, l'H5N1, dall'oriente, sfruttando le rotte migratorie degli uccelli, comincia a raggiungere l'Europa. Come in una anticipazione dell'oggi, la paura del virus si fa strada. Allevatori disperati, danni economici ingenti, animali soppressi e messi in quarantena, ma soprattutto il timore di uno spillover, un "salto di specie" che avrebbe scatenato la possibilità di un contagio da uomo a uomo. La storia di come abbiamo evitato una pandemia e di quegli scienziati che hanno tenuto sotto controllo, con mille occhi, il virus nel suo serbatoio animale evitando il peggio. A raccontarla una di loro: Ilaria Capua.
Il 14 ottobre 1980, a cadere per primo sotto i colpi del mondo che sta per arrivare è il mito della divisione del lavoro in sfruttatori e sfruttati. Quel 14 ottobre a Torino si scopre l'esistenza di una terza figura, il lavoratore che sta col padrone. A innescare tutto è la crisi nella vendita delle auto. Per salvaguardare il profitto, la Fiat tenta di contrattare licenziamenti e cassa integrazione con i sindacati che, in risposta, occupano gli stabilimenti di Mirafiori per 35 giorni. Invece della polizia, i vertici Fiat scatenano contro gli occupanti i loro stessi colleghi, colletti bianchi e quadri dell'azienda torinese, che sfilano in 40mila per le vie di Torino chiedendo la ripresa del lavoro e il ridimensionamento dei sindacati. Per la prima volta nella storia, dei lavoratori si confrontano in piazza contro altri lavoratori, in un momento che segna l'inizio del declino della classe operaia e della rappresentanza sindacale e l'inizio di un mondo nuovo.
23 ottobre 2011 a Sepang muore Marco Simoncelli, ha solo 24 anni e su quello stesso circuito qualche anno prima ha festeggiato il titolo di Campione del Mondo nella categoria 250. La vita spesa a inseguire un sogno che alla fine ti uccide. Marco Simoncelli aveva sfiorato più volte il primo posto nella Moto Gp, la serie A delle due ruote, e anche quel pomeriggio, in Malesia, era partito in seconda fila. Il Sic, come lo chiamavano i suoi fans, stava lottando per rimontare nel momento in cui un incidente gli costa la vita. Una morte in diretta, sotto l'occhio della telecamera, tragicamente regala a Marco la gloria e l'amore della gente che aveva inseguito nella vita. La storia è ripercorsa attraverso le parole di Paolo Beltramo, giornalista sportivo e grande amico del Sic.
La notte del 29 ottobre 2018 la tempesta Vaia devasta chilometri e chilometri di boschi nel Nord-Est. La furia del vento è talmente grande che in una sola notte abbatte 14 milioni di alberi nel Nord Italia. Eppure quello della tempesta Vaia è tragicamente "il vento della verità". La verità del cambiamento climatico che diventata tangibile ed evidente quando la tempesta travolge tutto. Con Vaia la natura prende il sopravvento e vince sull'uomo. Vendicandosi. Eppure, nonostante questo, l'essere umano continua a fare finta di niente, aspettando il prossimo disastro. Una storia raccontata da una donna che in quella notte ha visto distruggere i suoi amatissimi boschi.
1970, inizia 90° minuto, per la prima volta lo sport in Tv si vede e non si ascolta. L'Italia di quegli anni è attraversata dalla prima grande crisi economica del dopoguerra e dalla violenza del terrorismo, ma la domenica è sacra: quella dei cattolici ruota attorno alla messa, quella dei maschi italiani avrà come perno, fino all'avvento della pay-tv, il programma "90° minuto", che va in onda alle 18 sulla Rai. I pochi minuti divisi tra collegamento con gli stadi e sintesi delle partite, sono una novità assoluta per gli appassionati. Per la prima volta, gesta e gol dei giocatori vengono mostrati e non solo raccontati da radio e giornali. Donatella Scarnati, ex inviata del programma, ci racconta l'enorme successo di 90° minuto che diventa ben presto un cult fra gli appassionati del pallone. È l'inizio di quella che sarà la dittatura della televisione sul calcio, ma a quel tempo nessuno lo sa, e tutto è piuttosto artigianale.
11 novembre 2007. Gabriele Sandri, tifoso della Lazio, muore mentre si sta recando a Milano per seguire la sua squadra in trasferta. Colpito al collo in autogrill da un colpo di pistola sparato da un agente di polizia che si trovava dall'altro lato della carreggiata. Il racconto di una morte assurda, impensabile. I tentativi di colpevolizzare e screditare la vittima, la battaglia della famiglia per ottenere giustizia. Un racconto intimo ed emozionale sviluppato attraverso il ricordo del fratello maggiore di Gabriele, Cristiano Sandri.
A 20 anni dall'assassinio della giornalista del Corriere Maria Grazia Cutuli, ripercorriamo quel giorno grazie al racconto di Carlo Verdelli, all'epoca dei fatti vicedirettore del quotidiano. Maria Grazia non doveva essere in Afghanistan, doveva partire e tornare in Italia per ricevere il cambio da un altro collega della redazione esteri. Ma vuole seguire una pista e chiede a Verdelli il permesso di restare un altro po' per terminare un articolo a cui teneva molto. Quando il 19 novembre 2001 arriva il momento di partire, perde il convoglio di giornalisti che era partito due ore prima. La vita a volte è questione di secondi o di millimetri ed è così che Maria Grazia sarà costretta a prendere un nuovo convoglio che la porterà a essere uccisa sulla strada per Kabul da dei fuorilegge afgani. Maria Grazia non aveva lo scoop in tasca, non aveva scoperto qualcosa di pericoloso, non viene uccisa perché è una giornalista scomoda, semplicemente è vittima di un tragico destino.
È un sabato sera come tanti altri, Sara Di Pietrantonio ha 22 anni e sta tornando a casa, non sa che Vincenzo Paduano, il suo ex fidanzato, la sta pedinando. Il ragazzo cova un forte risentimento nei confronti di Sara, la perseguita, la minaccia, progetta di fargliela pagare per essere stato lasciato. Quel sabato, mentre Sara percorre Via della Magliana a Roma, viene speronata da un'altra auto ed è costretta a fermarsi al lato della strada. A speronarla è Vincenzo. Paduano sale in macchina con Sara, discutono, lui le versa addosso dell'alcol. La ragazza fugge verso la strada, cerca di chiedere aiuto ai passanti, nessuno si ferma. Vincenzo la raggiunge, la strangola per cinque interminabili minuti e le dà fuoco. Poi raggiunge la macchina di Sara e brucia anche quella. Ad arrivare per prima sul luogo di quell'inferno è Maurizia Quattrone, all'epoca in forze alla Squadra mobile di Roma. Una donna che indaga per cercare la verità sull'assassinio atroce di un'altra donna. Una storia per riflettere sul femminicidio e per celebrare il 25 novembre, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne.
1° dicembre 1988, prima giornata mondiale dell'AIDS. Cagliari, la giovanissima attivista sieropositiva Rosaria Iardino viene immortalata mentre simbolicamente bacia l'immunologo Fernando Aiuti per dimostrare con una foto che l'HIV non si trasmette con un bacio e combattere lo stigma della società dell'epoca. Negli anni '80 e '90 parlare di AIDS e di sieropositività è un tabù, la malattia è vista come un castigo divino e viene brandita come un'arma dai custodi della purezza e dei valori della famiglia contro il disgregarsi della morale. Com'era accaduto in passato a lebbrosi e malati di mente, il virus perde il suo carattere scientifico e ne assume un altro: quello del marchio d'infamia. Il colpito, prima che un malato da curare, è un sovversivo dell'ordine costituito e questa atroce malattia è vista come una giusta punizione, un'onta di cui vergognarsi. Il mondo fa un passo all'indietro verso il medioevo.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007 in seguito a un grave incendio sulla linea 5 della lavorazione dell'acciaio alla fabbrica Thyssen di Torino, perdono la vita sette operai. Accade non in un paesino sperduto, ma a Torino, culla della civiltà operaia, in uno stabilimento con radici in Germania, la patria della sicurezza e dell'efficienza. Dopo un processo lungo 9 anni, i due manager tedeschi Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, sono stati condannati. Ma è davvero stata fatta giustizia? A riflettere sulla vicenda la firma di Repubblica Ezio Mauro, che fra i primi si recò a Torino per parlare con testimoni, familiari delle vittime e superstiti.
Nella notte tra il 28 e il 29 settembre 2003 un'interruzione di corrente elettrica colpì l'Italia intera, forse a causa di un albero caduto sui fili dell'alta tensione in Svizzera. Per una straordinaria coincidenza, proprio quella notte a Roma era in corso la prima edizione della notte bianca, che aveva riunito nella Capitale 500mila persone, molte delle quali rimasero bloccate sui mezzi di trasporto pubblici. L'energia fu ripristinata solo nel corso della giornata del 29, prima al nord, poi al centro e poi al sud. L'ultima regione a riaccendere la luce, alle 22, fu la Sicilia. Nella totalità del blackout solo le radio continuarono a funzionare. Il Paese si trovò unito nel destino avverso e sperimentò per poche ore la privazione di tutto ciò che considerava acquisito e indispensabile. A ripercorrere quelle ore di buio è il giornalista radio Giorgio Zanchini.
Il 26 dicembre 2004 la Thailandia è travolta dall'onda di uno Tsunami. Muoiono centinaia di migliaia di persone, chi sopravvive ha ancora le immagini di quella tragedia davanti agli occhi. È il caso di Ernestina Sandrini, improvvisamente travolta mentre era in vacanza in Thailandia con suo marito e i suoi due bambini da un destino impensabile. Comprare un sogno e trovarsi dentro un incubo. L'ultima foto del rullino non è quella scattata davanti alla scaletta dell'aereo di ritorno, ma quella dell'onda che si porta via tutto.
Michael Schumacher è uno dei piloti più amati e vincenti di sempre, ha sfidato la morte per anni, correndo a 300 km orari sulle piste di formula 1. Ha lasciato solo da qualche anno le corse ed è all'apice del successo, pronto a godersi la vita che si è guadagnato correndo quando il 29 dicembre 2013, mentre sta sciando, cade ferendosi gravemente. Michael entra in coma, passa molti mesi in ospedale per poi essere dimesso. Non comparirà più in pubblico, non tornerà più ad essere il campione che tutti conoscevano, la sua vita oggi è avvolta nel totale riserbo della famiglia. Luca Cordero di Montezemolo che, da presidente della Ferrari, con Schumacher ha condiviso le vittorie più belle, ci regala un ritratto inedito del pilota tedesco e dell'uomo dietro il campione. Una riflessione sulla fatalità di un destino tragico.
1^ gennaio 2002, l'Europa unita festeggia l'arrivo dell'Euro. Il passaggio dalla lira all'euro e l'avvento della moneta unica raccontato da Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e della Commissione Europea, uno dei principali protagonisti di quel sogno europeo. «L'euro è stato sicuramente l'evento finanziario economico più importante del dopoguerra. Per alcuni è stato anche più di questo, è stato un avvenimento politico, è stato il compimento di un sogno ed è stata la prova tangibile, visibile che l'Europa è unita».
Erano giorni difficili per l'Italia. Da poco si era insediato il governo Monti e lo spread aveva raggiunto, nel novembre 2011, quota 574. Il Paese era sull'orlo del default e il naufragio della Concordia, la sera del 13 gennaio 2012, assurse a esempio del disastro nazionale. Con la figura dell'eroe, il comandante Gregorio De Falco, che faceva il proprio dovere coordinando i soccorsi e dell'anti-eroe, il comandante Francesco Schettino, che abbandonava la nave mentre affondava, Francesco Schettino. Due capitani a confronto che mostrano due volti opposti del Paese.
Il 13 novembre 2015, Parigi è colpita da una serie di attentati terroristici. Fra le vittime che cadono al Bataclan c'è anche Valeria Solesin, ricercatrice italiana che lavorava in Francia. La storia di una ragazza della cosiddetta "generazione Erasmus", un cervello in fuga che, come un altro ricercatore Giulio Regeni, viene travolta da un destino impensabile: Valeria Solesin, cittadina del mondo, morta sotto i colpi dell'attentato terroristico al Bataclan. A raccontare i fatti Dario Solesin, fratello minore di Valeria.
Un guru improbabile e senza esperienza medica, Davide Vannoni, inventa "Stamina" una cura miracolosa contro le malattie neurodegenerative. Alle piazze del caso Di Bella si sostituisce la televisione e un certo giornalismo scandalistico che esalta Vannoni e spinge la sua cura. Ma come è possibile che Vannoni, una laurea in scienze della comunicazione nessuna competenza medica, riesca a spacciarsi per un luminare, un guru della medicina, convincendo migliaia di persone dell'efficacia delle sue cure? Il potere persuasivo della comunicazione e la costruzione della figura del guru raccontati dalla linguista Vera Gheno.
Il 3 febbraio 2018, Luca Traini esce di casa, sale in macchina e inizia a sparare ai migranti che trova lungo le strade della sua città. Ne colpisce sei. Ai poliziotti che lo fermano dopo due ore, mentre è avvolto nella bandiera tricolore, dice che l'ha fatto per rivendicare l'omicidio di Pamela Mastropietro, morta e fatta a pezzi pochi giorni prima dal nigeriano Innocent Oseghale. In questo clima di paura e tensione, si affacciano le elezioni politi-che. Tra i primi ad arrivare a Macerata c'è l'allora ministro dell'Interno Marco Minniti. «Quando una democrazia non risponde alla paura dei cittadini e lascia da soli i cittadini di fronte alla paura c'è il rischio che qualcuno si senta giustiziere, c'è il rischio che qualcuno pensi di poter interpretare quel sentimento di paura, pensa di potergli rispondere a quel sentimento di paura, e da qui nasce il gesto folle e terroristico».
La notte tra il 25 e il 26 marzo 2017 Emanuele Morganti è uscito di casa, nei pressi di Alatri, come tante altre volte per trascorrere una serata con gli amici. Non andrà così. Senza un reale motivo, Emanuele viene preso di mira mentre è al bancone del locale del suo paese insieme alla sua fidanzata. Iniziano le prime spinte che si trasformano in un inseguimento nella piazza del paese. È il branco che vuole colpire la preda e non si ferma fino a quando non è a terra, priva di forze. È la provincia che si trasfigura. Emanuele morirà alcune ore dopo, in ospedale a Roma, mentre sua sorella Melissa gli stringe la mano più forte che può. «Io sono certa che se avessero dato l'ergastolo a queste persone non sarebbe cambiato niente per me, Emanuele non torna. Però abbiamo sempre sostenuto che forse mio fratello poteva avere giustizia se questa tragedia fosse servita a evitarne altre. Invece dopo c'è stato Nicolò, c'è stato Willy, dopo Emanuele ci sono stati tanti altri ragazzi ammazzati senza
Sandro Pertini, il Presidente pop: quello dell'Italia della Liberazione e della partita a carte con Dino Zoff dopo il trionfo dell'Italia ai mondiali; quello delle campagne elettorali su furgoncini di fortuna ma anche quello a cui Enzo Biagi dava del tu durante le interviste. Pertini è stato un Presidente che ha segnato l'immaginario collettivo del Paese e ha incarnato alla perfezione il senso delle Istituzioni, un Presidente capace di far sentire lo Stato vicino agli Italiani. «Pertini è il presidente più amato dagli italiani: uno si può domandare perché» sottolinea Ugo Intini, ex direttore dell'Avanti!. «Io credo perché si comportava esattamente come gli italiani, aveva un modo di fare che agli italiani è familiare, tutti si riconoscono in tanti gesti che lui ha fatto nel bene e nel male, a volte sbagliava anche, ma anche per questo era più umano e vicino a quello che un normale cittadino è». Durante il lockdown diventò virale il video di Mattarella che in un fuori onda scherzava sul
13 febbraio 1977, Radio Luna. Per la prima volta il silenzio della notte viene svegliato dalla voce di Cicciolina: è il suo «Voulez vous coucher avec moi». Così la Rivoluzione dell'Amore arriva in Italia, dopo essere partita dagli States con il movimento hippy di fine anni Sessanta. Ilona Staller, insieme a Moana Pozzi e Riccardo Schicchi, ridisegna i confini della sensualità, della sessualità e della percezione del corpo delle donne. Esuberante e coloratissima, con la sua coroncina di fiori arriva in Parlamento: è la prima volta di una pornostar. «Non era una donna arrabbiata» racconta la scrittrice Melissa Panarello. «In Cicciolina non c'era una rivendicazione forte, di rabbia, di "datemi quello che mi avete tolto". C'era semplicemente "sto qui perché voglio che tutti siamo liberi perché io sono libera e voglio liberare anche gli altri". Però lo facciamo sorridendo».
Lucio Dalla interprete eccezionale di una musica che partiva dal desiderio di divertire e di far stare insieme le persone come nella sua famosissima "Piazza Grande". La storia di un cantautore, ma anche uomo di spettacolo a tutto tondo, che con le sue canzoni e la sua passione è riuscito a raccontare l'anima di un Paese. «Lucio era così, a volte mi chiamava nel cuore della notte pieno di entusiasmo e per dirmi: "Ascolta questo capolavoro, ma senti che roba che ho fatto!". Ma sarebbe bello adesso sentire squillare ancora quel telefono e ritrovare quella voce, ma mi ha lasciato la sua musica». A dieci anni dalla sua morte, Ron, uno degli amici più intimi di Lucio, ripercorre la vita di uno straordinario artista.
Edimburgo 1997. Gli scienziati rivelano pubblicamente che sette mesi prima sono riusciti nell'impossibile: hanno dato la vita alla pecora Dolly. Il papà di Dolly è Ian Wilnut e Dolly non è solo una pecora, ma è destinata a entrare nella storia della scienza come il primo animale clonato a partire dal nucleo di una cellula somatica adulta. «Con la nascita di Dolly ha avuto origine una rivoluzione scientifica al punto che si sono dovuti riscrivere alcuni testi di biologia», spiega il professor Cesare Galli, scienziato che ha collaborato con Wilnut e fondatore del laboratorio Avantea dove sono stati clonati il primo toro e il primo cavallo in Italia. «Le ricerche che hanno portato alla nascita della pecora Dolly hanno aperto nuovi scenari per lo sviluppo di terapie innovative per la salute umana». Un risultato arrivato dopo anni di studi e ricerche. «Oggi più che mai la scienza ha un ruolo di primo piano nella società causa la pandemia, tuttavia come con Dolly, come con il vaccino, la sci
Tre anni fa, il 15 marzo 2019, per la prima volta sono scesi in piazza milioni di studenti uniti da un unico obiettivo: gridare ai potenti del mondo che non c'è più tempo da perdere per salvare il Pianeta. «There is no Planet B», si leggeva sui tanti cartelli esposti in oltre duemila città. È l'ufficializzazione del movimento «Fridays For Future», guidato dall'attivista svedese Greta Thunberg. «Siamo arrabbiati ma la nostra rabbia viene dalla speranza perché se credessimo che la battaglia per il clima fosse già perduta non avremmo bisogno di protestare, saremmo già arresi», racconta Martina Comparelli, 27 anni, portavoce nazionale del movimento Fridays For Future. «E invece no, abbiamo la certezza scientifica che c'è ancora tanto spazio per agire anche se c'è poco tempo e questo ci rende ancora più arrabbiati. Abbiamo una grossa possibilità di uscirne bene e non stiamo facendo abbastanza».
5 Aprile 1992 Inizia l'assedio di Sarajevo. Una a guerra a due passi da casa nostra. Vicina ma conosciuta solo per quei due minuti nei telegiornali dell'epoca e poi subito velocemente rimossa senza essere mai stata veramente capita. A 30 anni da quella guerra, il più grande lockdown del mondo occidentale degli ultimi 50 anni ripercorso in alcuni dei suoi momenti cruciali attraverso i ricordi del fotoreporter di guerra Mario Boccia.
Il 23 marzo 1980 sulla pista rossa dello stadio Olimpico di Roma arrivano all'improvviso le macchine della Guardia di Finanza. Si è appena conclusa la partita Roma - Perugia, un incontro sportivo poco emozionante, ma quell'immagine, così anomala, sarà destinata a diventare il simbolo dello scandalo del calcioscommesse. È la fine dell'innocenza del calcio. Paolo Casarin, arbitro fra i più autorevoli dell'epoca e testimone dei fatti, ripercorre quei giorni raccontando la morte del calcio e la rottura del rapporto di fiducia con i tifosi, ma anche la rinascita dello sport più amato del nostro Paese con la vittoria dei mondiali nel 1982.
16 settembre 1984, Maradona fa il suo esordio in campionato con la maglia del Napoli. Da quel momento la storia di Napoli, e del Napoli, cambia perché c'è un modo di essere napoletani prima di Maradona e uno dopo Maradona. È così che, nel momento in cui, davanti a 80mila napoletani che hanno pagato mille lire solo per vederlo da lontano, Maradona calpesta il prato del San Paolo, che oggi porta il suo nome, si compie una rivoluzione: una squadra del Sud rompe l'egemonia calcistica del Nord. Il riscatto del meridione che si compie attraverso la genialità di un giocatore di calcio. È il miracolo di Santo Diego. A raccontarcelo in una testimonianza carica di nostalgia è Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli e compagno di squadra di Diego.
Il 17 settembre 1985 il conduttore tv Enzo Tortora viene condannato a dieci anni di carcere. Un beniamino del pubblico, colto, garbato, elegante, finisce in galera da innocente. La macchina della giustizia diventa un tritacarne, e l'opinione pubblica si trasforma in una macchina del fango. Gli italiani si dividono tra chi assapora Il gusto di veder crollare un uomo di successo e i pochi che non credono alle accuse. 1768 giorni dura il calvario di Enzo Tortora dall'arresto alla morte per un tumore. Per il più grande errore della storia giudiziaria italiana nessun colpevole e nessuna conseguenza: i magistrati dell'accusa hanno fatto carriera, i pentiti sono stati scarcerati. A raccontare l'orrore di una giustizia ingiusta è Raffaele Della Valle, amico e avvocato difensore di Enzo Tortora.
Il 28 settembre 1978 muore papa Giovanni Paolo I, Albino Luciani. Il suo è il Pontificato più breve nella storia della Chiesa e un mistero che dura ancora oggi. Perché è stato eletto al soglio di San Pietro un uomo sorprendentemente fuori dagli schemi, che predica contro la proprietà privata e dice che Dio è padre, ma anche madre? Cosa si nasconde dietro la sua morte? Esiste davvero un mistero da svelare. La scrittrice vaticanista Stefania Falasca, dopo un attento studio delle carte e degli archivi, ci svela la verità su quella che forse può essere definita una fra le più grandi fake news del Novecento.
La settimana dal 6 al 10 ottobre 2008 è una delle peggiori conosciute dalle borse del mondo. La foto simbolo è quella degli scatoloni della Lehman Brothers, ma la crisi del 2008 va molto al di là del fallimento di una o più banche d'affari americane, perché segna la fine di un'illusione nata con il crollo dell'Unione sovietica nel 1990: vale a dire l'idea che il trionfo del Capitalismo democratico porti verso un mondo senza conflitti e segnato dall'egemonia del mercato. Dopo l'11 settembre, la crisi del 2008 arriva a dare il colpo di grazia a questa tesi. La deregolamentazione degli strumenti finanziari e dunque la facilità d'accesso al credito concessa a tutti gli americani crea la bolla dei mutui subprime. A entrare in default è l'intero sistema capitalistico, e l'idea che tutti al suo interno possano essere felici. Il mondo che esce dalla crisi non ha più illusioni. A raccontare i fatti è Giulio Tremonti all'epoca ministro delle Finanze del Governo italiano.
Il 7 ottobre 1985 viene sequestrata la nave italiana Achille Lauro, è l'inizio di una trama internazionale che fa tremare l'alleanza fra Italia e Stati Uniti e che culminerà nella notte di Sigonella. Un atto terroristico diventa il pretesto per misurare i rapporti di forza tra Ronald Reagan e Bettino Craxi. La crisi di Sigonella è passata alla storia come l'affrancamento dell'Italia dalla sudditanza verso gli Stati Uniti, a raccontarla è il generale Ercolano Annichiarico, all'epoca comandante della base di Sigonella in Sicilia.
Nell'ottobre del 1973 si verifica un brusco aumento del prezzo del greggio e dei suoi derivati. Il miracolo economico che ha portato l'Italia povera uscita dalla guerra a diventare per quantità di consumi una provincia americana subisce un duro stop a causa del rialzo del pezzo del petrolio. Si spengono le luci, come nelle canzoni di quegli anni, e le auto restano ferme in garage nel weekend. È un periodo di crisi, eppure viene sempre rievocato con piacere e nostalgia. A ripercorrere quegli anni di austerity è Alberto Clò, esperto di energia.
Una ragazza, una studentessa di 19 anni, viene uccisa a Roma durante una manifestazione dei Radicali. È il 12 maggio 1977. Il Ministro dell'Interno nega che tra la folla vi siano poliziotti in borghese e armati, come sostengono i radicali, ma una foto smentisce il ministro e riapre il caso. A scattarla è il fotoreporter Tano D'Amico. Ancora oggi non sappiamo chi ha ucciso Giorgiana Masi, ma una cosa è certa: il Potere ha mentito. "Che cos'era in palio, qual era il motivo del contendere?" si chiede Tano mentre ripercorre la morte di Giorgiana, uno degli eventi cruciali di quell'anno, il 1977, che cambiò per sempre la storia del nostro Paese.
Negli anni '80, lo scarso controllo del ministero sulle sacche provocò seimila di casi di contagio di epatite ed Hiv. Scoppia lo scandalo del sangue infetto. La vicenda del sangue infetto è delle più gravi ferite aperte nel rapporto di fiducia tra il cittadino e lo Stato, tra i pazienti e la Sanità Pubblica: per circa venti anni, fino alla scoperta dello scandalo, chiunque si rivolgesse al servizio sanitario per una trasfusione, si esponeva al rischio di uscirne contagiato dall'Aids o dall'epatite C. È accaduto a più di 100mila persone. Tremila circa sono morte, moltissime altre vivono con gravi patologie. L'altra faccia della crisi di fiducia sono le battaglie legali che danneggiati e parenti delle vittime sono costrette a intentare allo Stato, che ostacola i risarcimenti. A raccontarci lo scandalo è uno di loro Andrea Spinetti, vittima di una trasfusione contaminata.
Il crollo del muro di Berlino, la fine del mondo diviso in blocchi, soprattutto la dissoluzione e la trasformazione di uno dei grandi partiti del Novecento avvenuta sotto le spinte di una società sempre più secolarizzata e di una politica che cominciava a cambiare radicalmente. L'inizio dell'eterna nostalgia della sinistra per il passato che fu. Un momento di rottura cruciale raccontato dall'ex segretario PCI Achille Occhetto che inizia il 12 novembre 1989 con la svolta della Bolognina.
La notte tra il 12 e il 13 novembre 2019 l'alta marea devasta Venezia, raggiungendo un picco di 187 centimetri: il valore di marea più alto dal 4 novembre 1966. La fragile bellezza di Venezia è al centro della lotta tra l'uomo e la natura. La gente ha imparato a convivere col disagio, ma non con la sottile paura che un giorno tutto sia destinato a finire. Una storia tra passato e presente, piena di nostalgia per quello che Venezia ha sempre rappresentato, raccontata da Diana Zanda, Libraia della storica libreria "Acqua Alta", che l'acqua granda del 2019 l'ha vista con i suoi occhi.
Il 5 dicembre 1989 gli studenti della facoltà di Lettere di Palermo occuparono la facoltà in protesta contro l'allora ministro dell'Istruzione Ruberti. Dalla Sicilia le manifestazioni studentesche si espandono a Roma. È l'inizio del movimento Pantera. Quel movimento studentesco nato a Palermo nel dicembre dell'89 e che si estese in molte università italiane fino alla primavera del 1990, di veri e propri leader non ne ebbe. Il movimento Pantera non fece in tempo a entrare nell'immaginario di quella generazione che cresceva sotto l'ombra di un muro che cadeva (quello di Berlino) eppure rappresentò l'ultimo vero e proprio movimento studentesco dopo quelli del '68 e del '77. L'ultima volta in cui gli studenti uniti hanno pensato che in fondo potevano cambiare il mondo. Un sogno lasciato a metà per un brusco risveglio.
Nel dicembre del 1990, in Albania a Tirana e nelle altre città, si guarda la tv italiana, e si osserva a quel Paese sulla sponda opposta dell'Adriatico come se fosse la terra promessa. Il regime comunista albanese sta crollando e di lì a poco inizierà il primo grande fenomeno di migrazione di massa verso il nostro paese. Di lì a pochi mesi grandi navi mercantili cariche di cittadini albanesi in fuga cominciano ad approdare nei porti pugliesi. Dalle navi scende una quantità di persone che ancora oggi non conosciamo con precisione: alcune stime parlano di 18mila, altre di 27mila. Eva Meksi è fra quelle persone e arriva in Italia con la nave Vlora. Il fenomeno degli sbarchi durerà anni e cambierà per sempre l'Italia che, per la prima volta, conoscerà insieme all'immigrazione anche il suo volto razzista.
È il 2005, la val di Susa insorge contro la Tav. Cosa spinge la gente normale a salire sulle barricate? Cosa spinge un pensionato o delle semplici casalinghe a schierarsi contro la polizia, contro lo Stato? La battaglia per la Tav ha costituito un punto di rottura democratico, ha scavato un solco che si è trasformato in trincea: da una parte i comuni cittadini e i sindaci della Val Susa, dall'altra le istituzioni centrali che improvvisamente venivano percepite dalla provincia come estranee, talmente lontane da quel territorio da essere viste alla stregua di potenze straniere. A raccontare questa frattura fra la periferia e lo Stato centrale è lo scrittore Christian Raimo.
Mike Bongiorno, il re dell' "Allegria!", ha sicuramente segnato la storia del piccolo schermo. Personaggio amatissimo dal pubblico tv, famoso per essere la perfetta rappresentazione dell'everyday man (che piace perché tutto sommato ci somiglia) finisce, da morto, per subire la stessa sorte di un Santo medievale quando le sue spoglie e la bara vengono trafugate dal piccolo cimitero di Dagnente, frazione di Arona, dove era sepolto. Nella notte tra il 24 e il 25 gennaio 2011 infatti quattro individui spezzarono la lastra del loculo della tomba di famiglia e caricarono la bara su una stationwagon. La salma del conduttore venne ritrovata solo 9 mesi dopo. A raccontare quanto accadde è Giancarlo Liviano D'Arcangelo.
7 gennaio 2010, Rosarno, Calabria, inizia la rivolta degli immigrati. Come è potuto accadere che qualcuno imbracciasse il fucile per sparare contro l'"invasore"? Contro "i neri" che rubano il lavoro, quello da sottopagati e da sfruttati nei campi? Una comunità spaccata in due dove quella che viene scatenata non è altro che una lotta dei poveri contro i poveri. E così quelli che davvero pensano che gli immigrati rubino il lavoro e portino solo rovina e delinquenza, al grido di "prima gli italiani", hanno preso il fucile in mano e sono andati a sparare. A raccontare Rosarno e la sua rivolta è Elisabetta Tripodi, ex sindaca della città calabrese.
Il 15 gennaio 1997 vengono arrestati 3 ragazzi, hanno lanciato da un cavalcavia un sasso e quel masso ha ucciso Maria Letizia Berdini che passava con la sua auto nella strada sottostante. In questa vicenda, accaduta a Tortona, c'è l'anticipazione di un fenomeno che oggi chiamiamo virale: la violenza demente, fine a se stessa, figlia della noia e della mancanza di senso dell'esistenza nel passaggio cruciale della giovinezza. Oggi il fenomeno viene addebitato all'uso dei social e alla conseguente mancanza di relazioni sane tra i giovani, ma quando i tre fratelli di Tortona compiono il loro gesto non hanno mai nemmeno visto un cellulare. E lo stesso vale per tutti quelli che li precedettero e che li emularono. A raccontarci questa storia è Mariagrazia Berdini, sorella di Maria Letizia.
Non si era mai vista un'italiana così. In un paese di dive-mamme, dive-maggiorate, dive-amanti, dive-lolite, Monica Vitti era qualcosa di più complesso, inatteso e per molti versi addirittura inquietante: una donna. Punto e a capo. Una donna moderna, con la sua libertà, i suoi umori e magari le sue nevrosi. Una donna improvvisamente europea, che anticipava (e avrebbe interpretato a lungo) i cambiamenti del nostro paese esplorando i registri più diversi, prima musa del cinema d'autore, poi regina della commedia. A raccontarla in un ritratto intimo e femminile è Nicoletta Ercole, costumista e amica di Vitti.
9 febbraio 2009, muore Eluana Englaro. La grande questione del diritto al fine vita racchiusa nella battaglia giudiziaria intorno al destino di una ragazza inchiodata per sempre a un lettino, e a quello di un padre che si fa carico del dolore più grande, quello di porre fine all'esistenza di sua figlia.
La storia infinita tra Francesco Totti e la sua squadra ha il suo epilogo sportivo in una partita minore, quella col Cesena. È il 1° febbraio 2017 quando il Capitano segna il suo ultimo gol con la maglia che si è cucito per tutti questi anni al cuore. Poi l'emozionante addio a un Olimpico gremito solo per lui e il via ai ricordi, alle recriminazioni, alla trasformazione in monumento. A raccontare la parabola straordinaria di questo grande campione è Carlo Zampa, speaker ufficiale delle partite della AS Roma in quegli anni.
È il 2 febbraio 1995 quando una madonnina a Civitavecchia inizia a lacrimare, attirando fedeli da ogni parte d'Italia. L'irruzione del soprannaturale nella vita quotidiana, l'opinione pubblica divisa tra credenti, creduloni e scettici, folle di fedeli che si ammassano, una bambina veggente come a Lourdes, un vescovo che minimizza fin quando la madonnina non piange tra le sue mani, e la Chiesa che ci crede senza darlo troppo a vedere. Quella di Civitavecchia è una storia ancora sospesa: nessun riconoscimento ufficiale del miracolo, nessuna prova concreta della truffa. A raccontare i fatti Pietro Tidei, all'epoca sindaco di Civitavecchia.
Gli ultimi anni di vita di un uomo che, fra eccentricità, battaglie e rivoluzioni, ha cambiato radicalmente la società italiana. Il ritratto intimo e fuori dagli schemi di Marco Pannella, il leader radicale, «un po' matto e un po' genio», che con le sue battaglie ha cambiato l'Italia. A raccontare Pannella è Mirella Parachini.
17 marzo 1997: alle 20.00 mentre su Raiuno andava in onda il TG1, in una zona compresa tra Veneto meridionale e Romagna il segnale audio della rete venne coperto per diversi minuti da un messaggio che arringava il "popolo veneto, uno dei popoli più antichi d'Europa" a sollevarsi contro lo Stato italiano "marcio e corrotto oltre ogni limite". È l'inizio di un'assurda campagna di ricostituzione della Serenissima repubblica di Venezia che arriva al culmine quando un carro armato artigianale, il "tanko", marcia su piazza San Marco e il campanile viene occupato. La Cnn che titola "Attacco a Venezia". L'Italia trema, arrivano le teste di cuoio, il blitz dura pochi minuti. I secessionisti sono otto amici, tra loro anche un elettrotecnico che da mesi disturba le frequenze del Tg1 lanciando appelli alla rivolta. Un elettrotecnico, un artigiano e due ragazzi… A raccontare l'assalto a Venezia dei Serenissimi è lo scrittore veneto Gian Antonio Stella.
Si può essere estremamente pop ed estremamente colti? Si può coniugare l'alto di una citazione filosofica, di un luogo mitologico al basso di un dancefloor di una discoteca e di una sagra di paese? Fino al 1981, avremmo pensato che sarebbe stato impossibile, di fronte al netto steccato, un muro elevatissimo, che fino ad allora divideva il cantautorato più impegnato e intellettualistico dal novero del nazionalpopolare più spiccio. Poi arrivò Battiato (con l'album La voce del padrone) un personaggio unico, uno studioso dagli orizzonti amplissimi che sapeva praticare l'arte della canzone pop ma anche unire l'alto al basso per farci cantare e ballare tutti, nessuno escluso. Il ricordo di uno dei più rivoluzionari ed eccentrici cantautori italiani tratteggiato da uno degli amici più cari, Angelo Privitera, suo tastierista per 30 anni.
14 febbraio 2004: muore Marco Pantani. "Da questo colpo non mi rialzerò", dice Marco Pantani ai cronisti, quando gli annunciano la squalifica per ematocrito che lo esclude da un giro d'Italia che avrebbe vinto. È il 1999, mancano cinque anni all'epilogo di una storia segnata dalla gloria e dalla sfortuna. Come accade a ogni mito, anche quello di Pantani si alimenta di una morte misteriosa e ancora non chiarita. A raccontare luci e ombre di questa vicenda è Tonina Pantani, madre di Marco.
È il 1994, tangentopoli sembra aver azzerato la politica, e i vecchi partiti faticano a trovare un dialogo con il proprio elettorato. A cambiare per sempre le regole del gioco scende in campo Silvio Berlusconi, imprenditore prestato alla politica, con i suoi sondaggi, le tecniche di marketing, il trucco per venire meglio in tv e la parlantina da self made man. È l'inizio della rottamazione, la fine della politica di professione. A raccontare questo punto di svolta è Fedele Confalonieri, amico di Silvio Berlusconi.